Non s'interrompe l'incantesimo che incatena il Paris Saint-Germain a Dame Coupe, la coppa che il club della capitale ha conquistato otto volte dal primo trionfo del 1982, insidiando agli eterni rivali dell'Olympique Marseille il primato nell'albo d'oro: il 14 maggio i detentori torneranno per l'ennesima volta a Saint-Denis a disputare la loro undicesima finale, la sesta in nove anni, alla caccia di un trofeo che in tante circostanze ha rappresentato la preziosa ancora a cui aggrapparsi per salvare una stagione altrimenti fallimentare e che ora potrebbe essere invece la ciliegina sulla torta per una squadra che appare in fase ascendente e che, dopo essere stata a lungo in corsa per il titolo, è stata proiettata ad un solo punto dalla Champions League dalla vittoria di domenica sera contro il Lyon.
In una gara che promette parecchio dal punto di vista tecnico-spettacolare, allo Stade de France il PSG si misurerà con la fame dei Dogues del Lille, attuale capolista della Ligue 1 e sfidante che attendeva di rivivere un momento simile dal 1955, quando giocò e vinse la sua ultima finale di coppa (5-2 al Bordeaux) in un'epoca in cui in compagnia del mitico Stade de Reims dominava la scena del calcio francese; appena un anno prima, al termine della stagione 1953-54, era arrivato anche il secondo ed ultimo titolo nazionale e adesso, a più di cinquant'anni di distanza, nel Nord si torna ad accarezzare la pazza idea di un "doublé" che nessuno avrebbe pronosticato alla vigilia. Ed in un maggio che si preannuncia emozionante come non mai, sogni e destini s'incroceranno due volte, perchè una settimana dopo l'appuntamento inedito di Saint-Denis il Lille si presenterà nuovamente in Ile de France, stavolta al Parc des Princes per la penultima giornata di campionato.
In una gara che promette parecchio dal punto di vista tecnico-spettacolare, allo Stade de France il PSG si misurerà con la fame dei Dogues del Lille, attuale capolista della Ligue 1 e sfidante che attendeva di rivivere un momento simile dal 1955, quando giocò e vinse la sua ultima finale di coppa (5-2 al Bordeaux) in un'epoca in cui in compagnia del mitico Stade de Reims dominava la scena del calcio francese; appena un anno prima, al termine della stagione 1953-54, era arrivato anche il secondo ed ultimo titolo nazionale e adesso, a più di cinquant'anni di distanza, nel Nord si torna ad accarezzare la pazza idea di un "doublé" che nessuno avrebbe pronosticato alla vigilia. Ed in un maggio che si preannuncia emozionante come non mai, sogni e destini s'incroceranno due volte, perchè una settimana dopo l'appuntamento inedito di Saint-Denis il Lille si presenterà nuovamente in Ile de France, stavolta al Parc des Princes per la penultima giornata di campionato.
Foto Bruneau
Si ferma qui invece il bel sogno dell'Angers SCO -alla seconda semifinale della sua storia dopo l'unico precedente nel 1957- che cullava la segreta speranza di poter ripercorrere le orme di Le Havre e Guingamp, gli unici due club di seconda serie a cui in passato è riuscita l'impresa di vincere la più prestigiosa coppa francese.
Ci aveva creduto il popolo bianconero, che aveva riempito con il suo entusiasmo contagioso il Jean-Bouin, polverizzando già il 5 aprile i quasi 17.000 biglietti messi a disposizione per la semifinale, spinto dalla magia della coppa ma anche dalla fiducia in una squadra che ha la più lunga striscia positiva in corso in campionato tra Ligue 1 e Ligue 2, undici partite senza sconfitta (cinque vittorie, sei pareggi); una squadra capace di eliminare dalla coppa ben due club della massima divisione, Valenciennes e Bordeaux, più altri avversari ostici quali Le Havre, Strasbourg e la sorpresa Chambéry; con la miglior difesa della sua categoria, ventisei gol subiti in trentuno partite come lo stesso Le Havre, e con uno degli allenatori più desiderati del momento, Jean-Louis Garcia, che i dirigenti angevini dubitano di poter trattenere a fine stagione, viste le tante lusinghe provenienti dal piano superiore, in particolare da Nancy e Bordeaux.
Ci aveva creduto il popolo bianconero, che aveva riempito con il suo entusiasmo contagioso il Jean-Bouin, polverizzando già il 5 aprile i quasi 17.000 biglietti messi a disposizione per la semifinale, spinto dalla magia della coppa ma anche dalla fiducia in una squadra che ha la più lunga striscia positiva in corso in campionato tra Ligue 1 e Ligue 2, undici partite senza sconfitta (cinque vittorie, sei pareggi); una squadra capace di eliminare dalla coppa ben due club della massima divisione, Valenciennes e Bordeaux, più altri avversari ostici quali Le Havre, Strasbourg e la sorpresa Chambéry; con la miglior difesa della sua categoria, ventisei gol subiti in trentuno partite come lo stesso Le Havre, e con uno degli allenatori più desiderati del momento, Jean-Louis Garcia, che i dirigenti angevini dubitano di poter trattenere a fine stagione, viste le tante lusinghe provenienti dal piano superiore, in particolare da Nancy e Bordeaux.
Jean-Louis Garcia è all'Angers da cinque anni: ha preso il club in National e l'ha guidato ad una progressione costante, con la promozione in Ligue 2 e successivamente un decimo, un settimo ed un quinto posto -foto EQ
Ma la prova del campo è impietosa e sentenzia senza possibilità di appello la netta superiorità individuale e collettiva di un Paris Saint-Germain che mostra qualità, personalità e ripartenze micidiali: una superiorità così indiscutibile da essere riconosciuta nelle dichiarazioni del dopo partita da tutti gli avversari.
Kombouaré, che ha visionato più volte l'Angers, giustamente non si fida e limita al minimo le rotazioni, lasciando a casa solo i più anziani Makelele e Giuly e mettendo per il resto in campo la miglior formazione possibile, con la scelta di tornare al modulo ad una sola punta che tanti riscontri positivi ha dato quest'anno. Le squadre sono dunque schierate in maniera pressochè speculare, visto che nella seconda parte del campionato il 4-4-2 di Garcia si è evoluto in un 4-2-3-1, con due esterni molto offensivi come Renouard a sinistra e l'azzeccato innesto di gennaio Saivet a destra e con l'interessante ventiduenne Charbonnier, un passato nella squadra riserve parigina, che agisce più arretrato rispetto all'altra punta Doré; Kombouaré invece rilancia Bodmer nella posizione alle spalle di Hoarau in cui nella stagione in corso l'ex lionese ha avuto un rendimento davvero soddisfacente, mentre sulla destra avanza Jallet a centrocampo inserendo in difesa l'ivoriano Tiené.
Kombouaré, che ha visionato più volte l'Angers, giustamente non si fida e limita al minimo le rotazioni, lasciando a casa solo i più anziani Makelele e Giuly e mettendo per il resto in campo la miglior formazione possibile, con la scelta di tornare al modulo ad una sola punta che tanti riscontri positivi ha dato quest'anno. Le squadre sono dunque schierate in maniera pressochè speculare, visto che nella seconda parte del campionato il 4-4-2 di Garcia si è evoluto in un 4-2-3-1, con due esterni molto offensivi come Renouard a sinistra e l'azzeccato innesto di gennaio Saivet a destra e con l'interessante ventiduenne Charbonnier, un passato nella squadra riserve parigina, che agisce più arretrato rispetto all'altra punta Doré; Kombouaré invece rilancia Bodmer nella posizione alle spalle di Hoarau in cui nella stagione in corso l'ex lionese ha avuto un rendimento davvero soddisfacente, mentre sulla destra avanza Jallet a centrocampo inserendo in difesa l'ivoriano Tiené.
Saivet e Sakho, due speranze del calcio francese, si fronteggiano; il secondo ha giocato con la fascia di capitano al braccio ed è stato uno dei migliori in campo -foto Bruneau.
Ed è proprio Bodmer, protagonista di una prestazione eccellente, a concretizzare dopo soli venti minuti il predominio degli ospiti, insaccando al volo il bel pallone che intelligentemente Nenê gli appoggia all'indietro dopo una bella fuga sulla sinistra.
Nel primo tempo il PSG controlla senza fatica e si procura anche diverse occasioni tra cui un palo colpito da Hoarau, ma nella ripresa gli uomini di Jean-Louis Garcia scendono in campo con propositi più bellicosi e -come spesso avviene- c'è un punto di svolta attorno al quale la partita gira definitivamente: uno straordinario riflesso di Coupet salva la propria porta sul tiro di De Freitas e, sul ribaltamento di fronte, l'Angers si fa sorprendere in contropiede e Bodmer ricambia il favore a Nenê, servendogli al 52' un delizioso assist per la volé dello 0-2.
Oltre alla qualificazione il PSG ha potuto così festeggiare mercoledì sera anche l'atteso ritorno alla rete del suo brasiliano, mattatore con un gol e due assist e finalmente di nuovo determinante: fermatosi improvvisamente dopo l'inizio di stagione scoppiettante, non segnava da un'altra trionfale serata di Coupe de France, il 5-1 al Lens nei trentaduesimi di finale dell' 8 gennaio.
Nel primo tempo il PSG controlla senza fatica e si procura anche diverse occasioni tra cui un palo colpito da Hoarau, ma nella ripresa gli uomini di Jean-Louis Garcia scendono in campo con propositi più bellicosi e -come spesso avviene- c'è un punto di svolta attorno al quale la partita gira definitivamente: uno straordinario riflesso di Coupet salva la propria porta sul tiro di De Freitas e, sul ribaltamento di fronte, l'Angers si fa sorprendere in contropiede e Bodmer ricambia il favore a Nenê, servendogli al 52' un delizioso assist per la volé dello 0-2.
Oltre alla qualificazione il PSG ha potuto così festeggiare mercoledì sera anche l'atteso ritorno alla rete del suo brasiliano, mattatore con un gol e due assist e finalmente di nuovo determinante: fermatosi improvvisamente dopo l'inizio di stagione scoppiettante, non segnava da un'altra trionfale serata di Coupe de France, il 5-1 al Lens nei trentaduesimi di finale dell' 8 gennaio.
Nenê in azione. Da quando aveva rinunciato alla maglia n.19 per prendere la 10 lasciata libera da Sessegnon, il brasiliano non aveva più segnato: contro l'Angers è finita la maledizione -leparisien
La squadra di casa comunque non demorde, si getta in avanti alla ricerca di un gol e il Jean-Bouin ricomincia a crederci quando al 57' Renouard, uno dei migliori nelle fila bianconere, lasciato troppo libero da una difesa parigina che ha allentato la vigilanza, trova una bellissima conclusione a giro che permette ai suoi di accorciare le distanze.
Il PSG dimostra maturità da grande squadra proprio in questo momento della partita, quando non si lascia innervosire da una situazione ambientale divenuta inevitabilmente bollente e dopo soli cinque minuti raggela definitivamente i rinnovati ardori degli avversari e del pubblico con un altro contropiede chirurgico concluso da Hoarau, che servito ancora una volta da Nenê fulmina Malicki con un rasoterra ad incrociare di interno sinistro.
Il PSG dimostra maturità da grande squadra proprio in questo momento della partita, quando non si lascia innervosire da una situazione ambientale divenuta inevitabilmente bollente e dopo soli cinque minuti raggela definitivamente i rinnovati ardori degli avversari e del pubblico con un altro contropiede chirurgico concluso da Hoarau, che servito ancora una volta da Nenê fulmina Malicki con un rasoterra ad incrociare di interno sinistro.
Hoarau scocca il tiro che chiude la partita -foto le parisien.fr
Un Angers davvero lodevole per l'abnegazione mostrata non rinuncia fino all'ultimo ad attaccare e c'è anche tempo di vedere una traversa colpita su punizione dal subentrato Keserü, ma il risultato non cambierà più: senza nessun rimpianto la squadra di Garcia può rituffarsi in campionato all'inseguimento di un altro sogno impossibile, la Ligue 1 che nel Maine-et-Loire manca dal 1994, con il terzo posto occupato dal Le Mans che attualmente dista cinque punti; il PSG dal canto suo andrà in Bretagna per tentare di prolungare il suo momento magico, inseguendo in casa del Brest la quarta vittoria consecutiva tra campionato e coppa.
foto Lhéritier
Non meno coinvolgente l'atmosfera in Costa Azzurra, dove i 17.500 biglietti disponibili per la sfida dello Stade du Ray erano andati esauriti già tre settimane fa, nella prospettiva di accogliere la capolista e soprattutto di festeggiare una finale attesa dal 1997: uno stadio così a Nice non si vedeva addirittura dal 29 maggio 1990, data di uno spareggio per evitare la retrocessione in Ligue 2 vinto per 6-0 sullo Strasbourg.
Le due contendenti si presentano all'appuntamento in situazioni e stati d'animo opposti: i padroni di casa attraversano un ottimo momento di forma, imbattuti da otto partite -considerando tutte le competizioni- e reduci dall'importantissimo successo di sabato contro una diretta concorrente come il Monaco, ma sono tuttora coinvolti in una lotta salvezza molto allargata, in cui parecchie squadre insospettabili alla vigilia rischiano di fare compagnia al già matematicamente condannato Arles-Avignon.
Per contro, gli ospiti a sette gare dalla fine del campionato guidano la classifica, ma nelle ultime due partite sono arrivate una sconfitta proprio a Montecarlo ed un deludente pareggio casalingo con il Bordeaux; il vantaggio sull'Olympique Marseille, squadra magari meno bella a vedersi ma senz'altro più avvezza a gestire una volata, si è ormai ridotto ad un solo punto ed il gioco che ha attirato sul LOSC sguardi e complimenti da tutt'Europa non scorre più fluido come fino a qualche giornata fa. L'impressione è che negli uomini di Rudi Garcia stia subentrando un po' di paura di vincere, unitamente alla fisiologica stanchezza accentuata da una rosa ridotta e da una formazione tipo abbastanza bloccata; i tifosi si augurano di non rivedere il film dell'anno scorso, con un posto in Champions League che sembrava ormai acquisito e che fu perso clamorosamente all'ultima giornata.
Le due contendenti si presentano all'appuntamento in situazioni e stati d'animo opposti: i padroni di casa attraversano un ottimo momento di forma, imbattuti da otto partite -considerando tutte le competizioni- e reduci dall'importantissimo successo di sabato contro una diretta concorrente come il Monaco, ma sono tuttora coinvolti in una lotta salvezza molto allargata, in cui parecchie squadre insospettabili alla vigilia rischiano di fare compagnia al già matematicamente condannato Arles-Avignon.
Per contro, gli ospiti a sette gare dalla fine del campionato guidano la classifica, ma nelle ultime due partite sono arrivate una sconfitta proprio a Montecarlo ed un deludente pareggio casalingo con il Bordeaux; il vantaggio sull'Olympique Marseille, squadra magari meno bella a vedersi ma senz'altro più avvezza a gestire una volata, si è ormai ridotto ad un solo punto ed il gioco che ha attirato sul LOSC sguardi e complimenti da tutt'Europa non scorre più fluido come fino a qualche giornata fa. L'impressione è che negli uomini di Rudi Garcia stia subentrando un po' di paura di vincere, unitamente alla fisiologica stanchezza accentuata da una rosa ridotta e da una formazione tipo abbastanza bloccata; i tifosi si augurano di non rivedere il film dell'anno scorso, con un posto in Champions League che sembrava ormai acquisito e che fu perso clamorosamente all'ultima giornata.
Mouloungui, autore del gol vittoria nel derby contro il Monaco della 31ma giornata di L1, nel secondo tempo ha inquietato la difesa del Lille in più di una circostanza -foto Lhéritier
Garcia schiera comunque per nove undicesimi la formazione tipo, scegliendo di dare un turno di riposo solo alle due stelle Sow e Hazard, inizialmente in panchina a vantaggio di De Melo e Obraniak. Il Nice ha parecchie assenze a centrocampo, con lo squalificato Kafoumba Coulibaly che si aggiunge agli infortunati Faé e Helleybuck; Bellion vince il ballottaggio della vigilia con Ben Saada e come nei precedenti quattro turni di coppa in porta non c'è il giovane e richiestissimo colombiano Ospina ma il trentasettenne veterano Letizi.
La fluidità di gioco per la verità continua a latitare, in una partita dominata dal Lille dal punto di vista del possesso ma povera di ritmo di occasioni da gol. Il Nice è troppo timoroso e forse avrebbe potuto osare di più, visto che le rare volte in cui si affaccia nella metà campo avversaria dà l'impressione di potersi rendere pericoloso, in particolar modo sulla fascia sinistra con Mounier, in ottima forma e già a quota dieci assist in campionato, preceduto nella graduatoria solo da Marvin Martin.
La fluidità di gioco per la verità continua a latitare, in una partita dominata dal Lille dal punto di vista del possesso ma povera di ritmo di occasioni da gol. Il Nice è troppo timoroso e forse avrebbe potuto osare di più, visto che le rare volte in cui si affaccia nella metà campo avversaria dà l'impressione di potersi rendere pericoloso, in particolar modo sulla fascia sinistra con Mounier, in ottima forma e già a quota dieci assist in campionato, preceduto nella graduatoria solo da Marvin Martin.
Hazard festeggiato dai compagni dopo il gol del vantaggio -foto REUT
Nella fase finale di un brutto primo tempo che sembra avviato verso il logico 0-0, è un imprevisto spiacevole a sparigliare le carte. Un infortunio muscolare alla coscia sinistra costringe Balmont a lasciare il campo e Garcia a gettare nella mischia Hazard; la successiva diagnosi dirà stiramento, per una prognosi tre-quattro settimane: in attesa di capire quanto peso potrà avere questo episodio sul prosieguo del campionato e sulla lotta per il titolo, tenendo conto del fatto che che una delle travi portanti del gioco e delle fortune del Lille è proprio l'inamovibile triangolo di centrocampo Cabaye - Mavuba - Balmont, tre giocatori dalle caratteristiche perfettamente complementari, è più che positivo l'impatto che hanno nell'immediato l'ingresso di Hazard e il conseguente arretramento a centrocampo di Obraniak, il prezioso jolly franco-polacco che nel suo ruolo preferito è chiuso proprio dal belga ma che ogni volta che è stato chiamato in causa ha sempre saputo rispondere presente. Sono infatti loro due a confezionare sulla destra lo splendido uno-due in velocità che buca la difesa del Nice e che Hazard conclude in rete per il gol del vantaggio.
Si va così al riposo sullo 0-1 e, nemmeno il tempo di rientrare dagli spogliatoi, Cabaye scambia con Obraniak e lancia sul filo del fuorigioco Gervinho, che scarta Letizi e assesta al Nice il colpo del k.o: due occasioni Lille, due gol.
Si va così al riposo sullo 0-1 e, nemmeno il tempo di rientrare dagli spogliatoi, Cabaye scambia con Obraniak e lancia sul filo del fuorigioco Gervinho, che scarta Letizi e assesta al Nice il colpo del k.o: due occasioni Lille, due gol.
Gervinho dribbla Letizi prima di insaccare -foto Presse Sports
Inizialmente gli uomini di Roy accusano la botta e rischiano di disunirsi ma dopo pochi minuti, spinti da uno Stade du Ray davvero commovente, hanno una grande reazione e ci provano per tutto il secondo tempo: in almeno due occasioni avrebbero anche la palla buona per riaprire il discorso ed entrambe le volte capita a Mouloungui, che prima colpisce la traversa di testa e poi, splendidamente servito in profondità da Ben Saada che nel frattempo ha preso il posto di Bellion, calcia di poco a lato.
Il treno ormai è passato ed il finale, con un possibile rigore negato ai padroni di casa e due ghiotte opportunità sprecate in contropiede da Gervinho, non modifica il risultato nè la sostanza di una sfida che il Lille ha vinto principalmente grazie alla capacità di sfruttarne gli episodi e i momenti chiave.
Il sipario della serata si chiude così sulla meritatissima ovazione che la curva Populaire dello Stade du Ray riserva a Lionel Letizi, che ha annunciato il ritiro a fine stagione e che dunque proprio martedì sera potrebbe avere giocato l'ultima partita di una lunga carriera nella quale ha difeso anche i colori di Paris Saint-Germain, Metz e Glasgow Rangers.
Il treno ormai è passato ed il finale, con un possibile rigore negato ai padroni di casa e due ghiotte opportunità sprecate in contropiede da Gervinho, non modifica il risultato nè la sostanza di una sfida che il Lille ha vinto principalmente grazie alla capacità di sfruttarne gli episodi e i momenti chiave.
Il sipario della serata si chiude così sulla meritatissima ovazione che la curva Populaire dello Stade du Ray riserva a Lionel Letizi, che ha annunciato il ritiro a fine stagione e che dunque proprio martedì sera potrebbe avere giocato l'ultima partita di una lunga carriera nella quale ha difeso anche i colori di Paris Saint-Germain, Metz e Glasgow Rangers.
Letizi ha iniziato la sua carriera da professionista proprio a Nice nel 1996: è tornato in Costa Azzurra nel 2007 -foto Lhéritier
Mercoledì, 20 aprile 2011- Stade Jean-Bouin
Angers SCO - Paris SG 1-3 (0-1)
Marcatori- Angers : Renouard (56’). PSG : Bodmer (22’), Nenê (51’), Hoarau (63’).
ANGERS. Malicki (cap) - Deroff, Hénin, Couturier, Djellabi - Auriac, De Freitas, Renouard (Keseru, 63’), Saivet - Charbonnier (Diers, 78’), Doré (Arnaud, 85’). Allenatore : J-L. Garcia.
PARIS SG. Coupet - Ceara, Camara, Sakho (cap) (Armand, 73’), Tiéné - Chantôme, Clément - Jallet, Bodmer (Bahebeck, 83’), Nene - Hoarau (Erding, 78’). Allenatore : A. Kombouaré.
Spettatori : 16 484
Martedì, 19 aprile 2011- Stade du Ray
OGC Nice - Lille OSC 0 - 2 (0-1)
Marcatori: Hazard 44', Gervinho 46'
NICE: Letizi (c) - Diakité, Civelli, Pejcinovic, Clerc - Digard (88' Palun) - Bellion (45' Ben Saada), Ab. Traoré, Sablé (76' Ljuboja), Mounier - Mouloungui. Panchina: Ospina, Gace, Paisley, Bamogo.
Allenatore: Eric Roy
LILLE: Landreau - Debuchy, Rami, Chedjou, Béria - Balmont (36' Hazard), Mavuba (c), Cabaye - Obraniak (78' Dumont), De Melo (87' Sow), Gervinho. Panchina : Mouko, Rozenhal, Frau, Emerson.
Allenatore: Rudi Garcia.
Arbitro: M.Fautrel.
Spettatori: 17.500
Video Angers - PSG
Video Nice - Lille
Atmosfera spettacolare al Jean-Bouin (sopra) e allo Stade du Ray (sotto)-foto Ouest-France.fr e Nicematin.com
Il percorso delle due squadre fino alla finale LILLE: Forbach 3-1 (trentaduesimi) - Wasquehal 1-0 (sedicesimi) - Nantes 1-1, 3-2 d.c.r. (ottavi) - Lorient 0-0, 5-3 d.c.r. (quarti) - Nice 2-0 (semifinali).
PARIS SG: Lens 5-1 (trentaduesimi) - Agen 3-2 (sedicesimi) - Martigues 4-1 (ottavi) - Le Mans 2-0 d.t.s. (quarti) - Angers 3-1 (semifinali)
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