mercoledì 27 luglio 2011

Avviso - Nasce calciofrancese.com

Da oggi in poi chiunque volesse continuare a seguirmi potrà farlo sul mio nuovo sito www.calciofrancese.com.
Mi occuperò ancora di Ligue 2, Coupe de France, competizioni giovanili e talenti emergenti, ma ci sarà spazio anche per la Ligue 1, le coppe europee, la nazionale maggiore, i tecnici e calciatori francesi nei campionati esteri.
Approfitto dell'occasione per ringraziare di cuore tutti per il sostegno ricevuto fin adesso.
Un saluto,
Isabella

martedì 19 luglio 2011

Paris Saint-Germain, una doppietta storica e un interrogativo

Il manifesto ufficiale di presentazione delle finali dei campionati nazionali U17 e U19 2010-2011

Quello di sabato 4 e domenica 5 giugno 2011 è stato un fine settimana storico per il centro di formazione del Paris Saint-Germain: le finali nazionali dei campionati Under 17 e Under 19 disputate a Tarbes, terra di rugby nel cuore degli Alti Pirenei, hanno decretato che la squadra della capitale è divenuta il primo club francese ad aggiudicarsi nella stessa stagione i due maggiori titoli giovanili. E gli U19 Nazionali possono fregiarsi di un'altra prestigiosa doppietta, essendosi laureati campioni di Francia per il secondo anno consecutivo; è mancato davvero pochissimo perché si completasse un exploit che avrebbe avuto dell'incredibile, visto che gli U17 Nazionali - alla quarta partecipazione di fila ad una fase finale - sono arrivati ad un soffio dalla medesima impresa, perdendo il titolo dello scorso anno solo ai rigori nella finalissima contro il Sochaux. Anche a livello di U15 e U14 i risultati sono stati particolarmente brillanti, a conferma di una qualità media molto alta che ha portato Gilles Grimandi, attuale osservatore dell'Arsenal e habitué del complesso sportivo di Camp des Loges, ad affermare recentemente nel corso della trasmissione televisiva "Les Spécialistes" di Canal Plus che il Paris Saint-Germain può vantare al momento i migliori giovani d'Europa.


Gli Under 17 Nazionali campioni di Francia 2011 -foto psg.fr

Se il centro di formazione parigino, un tempo subissato dalle critiche, raccoglie adesso allori e consensi unanimi, è il merito è di un lavoro che parte da lontano e che si fonda sull'associazione vincente tra la mente del direttore della struttura Bertrand Reuzeau e l'occhio esperto di Pierre Reynaud, ex giocatore cresciuto al club e responsabile dello scouting del centro di preformazione (biennio tredici-quattordici anni, ndr), l'uomo che ha scovato Sakho e tante altre piccole perle. Reuzeau, che dalla prossima stagione abbandonerà l'incarico di allenatore della squadra riserve per meglio concentrarsi unicamente sul ruolo direttivo, è stato il principale artefice di un cambio di politica che comincia a dare i suoi frutti e che si può riassumere in pochi ma efficaci principi. Primo, puntare sulla qualità e non sulla quantità: i ragazzi del centro attualmente sono appena una cinquantina, divisi in tre gruppi di allenamento (CFA, U19, U17), e la metà di loro gioca in una rappresentativa nazionale, francese o estera; secondo, massima attenzione a non lasciarsi sfuggire i giovanissimi talenti del territorio parigino, che fino a pochi anni fa puntualmente finivano nei centri di formazione di altri noti club francesi, più svelti ad accaparrarseli: in questo senso, si sta rivelando preziosa una serie di accordi di partenariato stipulata con alcune piccole realtà amatoriali dei dintorni, in particolare Les Lilas, US Torcy, FC Sevran tra le altre, che al PSG mandano i propri elementi più promettenti dai tredici anni in su; terzo, concentrare la propria opera di reclutamento quasi esclusivamente sull'Île de France, la regione che circonda la capitale, cosa questa che presenta molti vantaggi logistici e che soprattutto fa sì che i ragazzi non vengano estirpati dal proprio ambiente familiare e che sviluppino un maggiore senso di appartenenza ai colori del club.

Simbolo per eccellenza del successo di tale politica è il nazionale di Blanc Mamadou Sakho, nato e cresciuto a Parigi, capitano di tutte le rappresentative giovanili del PSG e adesso della prima squadra, estremamente attaccato alla maglia e alla città tanto da aver dichiarato in tempi non sospetti - prima dell'ingresso in scena della nuova proprietà del Qatar - di voler restare ancora nella capitale francese dispetto delle numerose offerte, e tanto da essersi presentato a Tarbes per assistere personalmente alle fasi finali ed incoraggiare i giovani parigini. Adesso, in un circolo virtuoso che si autoalimenta, i ragazzi della regione sono sempre più allettati dalla prospettiva di raggiungere il centro di formazione del PSG, perché hanno davanti agli occhi esempi come quello di Sakho, o Chântome che della prima squadra è diventato un punto fermo, o ancora di Kebano e Bahebeck che a diciotto e diciassette anni hanno trascinato il PSG in finale di Coupe de France, o di Yaisien e dei suoi compagni che hanno partecipato al Mondiale Under 20 in Messico.


Bertrand Reuzeau, il direttore del centro di formazione parigino

Il cambio di proprietà e l'ingresso di capitali freschi provenienti dal Golfo Persico è, in termini assoluti, certamente un'ottima notizia per un calcio francese dall'economia ormai esangue e sul lungo termine non mancherà di far sentire i suoi effetti benefici sul Paris Saint-Germain e di riflesso su tutto il movimento; il timore è tuttavia che il prezzo da pagare possa rivelarsi particolarmente salato. Proprio nel momento di massima fioritura del centro di formazione e nel momento in cui una dinamica di interscambio sempre più fruttuosa ha iniziato ad instaurarsi tra il settore giovanile e la prima squadra, il rischio è infatti quello che una rivoluzione nella politica sportiva e le eventuali campagne acquisti faraoniche rese possibili dalla nuova liquidità a disposizione, possano finire per spezzare il circolo virtuoso e per soffocare nella culla le piccole promesse nate a Saint-Germain-en-Laye e con esse entusiasmo e speranze di tutti coloro, ragazzi ed educatori, che lavorano ogni giorno a Camp des Loges; e che la caccia ad appariscenti gingilli esotici - la cui adattabilità al contesto europeo è peraltro sempre tutta da verificare - faccia perdere di vista i gioielli di famiglia, insieme alla coscienza di quale immenso tesoro potenziale i parigini abbiano sotto i propri piedi.

L'Île de France ha una popolazione che si aggira intorno agli undici milioni di abitanti, tanti quanti ne conta l'area metropolitana di Rio de Janeiro o di Buenos Aires, ed anche per via della sua elevata urbanizzazione è la regione francese in cui più di ogni altra è diffusa la pratica del foot de rue, il calcio che si gioca in strada nei quartieri di periferia; in molti rimarrebbero stupiti nel constatare quante formazioni competitive si potrebbero allestire utilizzando unicamente giocatori più o meno noti, di differenti etnie e nazionalità, nati proprio in questa regione. Il Paris Saint-Germain è un caso pressoché unico al mondo, essendo il solo club professionistico in un'area di tali dimensioni, che costituisce un bacino di reclutamento quasi illimitato e dalle potenzialità in parte inesplorate: base ideale, avendone la volontà e le risorse economiche, per sfruttare la funzionalità del centro di formazione e concepire un progetto ispirato al modello Barcellona, che sul telaio formato da ragazzi in grande maggioranza catalani e cresciuti alla Masia secondo una filosofia di gioco ben precisa, inserisce di volta in volta pochi mirati innesti di qualità.


Chantome in azione in Europa League contro il Braga -foto Panoramic

E' difficile al momento avere un'idea chiara delle intenzioni della nuova proprietà, anche perché il tormentone legato all'arrivo di Leonardo ha dilatato enormemente i tempi e rallentato le operazioni in casa parigina; il principe ereditario del Qatar Tamim bin Hamad bin Khalifa Al-Thani, a cui di fatto fa capo QSI, la società di investimenti che ha acquisito il 70% del pacchetto azionario del club, ed il suo braccio operativo Nasser al-Khelaifi, sono ad ogni modo descritti come persone di una certa oculatezza e la speranza è che possano tener conto almeno in parte della specificità della nuova realtà in cui si trovano ad operare.

A volte il miglior modo di rinnovare consiste nel saper individuare i punti di forza di ciò che si trova per poi valorizzarli; e la formazione resta senza dubbio uno dei fiori all'occhiello del sistema calcio francese, che non aspetta altro che una forza economica adeguata a consentirle di raccogliere quanto semina, in primis fermando la preoccupante diaspora di giocatori verso i campionati esteri. Il Qatar vede nel calcio uno straordinario veicolo d'immagine e l'acquisto del PSG, al di là delle ovvie smentite di rito, s'innesta in una strategia molto più a largo raggio che è partita aggiudicandosi l'organizzazione del Mondiale 2022 ed è proseguita con l'acquisizione dei diritti televisivi della Ligue 1 per le prossime stagioni. Se davvero intende fare del club parigino la punta di diamante del suo ambizioso disegno, siamo certi che la strada giusta sia quella di tentare di renderlo una grande squadra uguale a tutte le grandi squadre del mondo, costruita radunando campioni -o presunti tali- di svariata provenienza attirati dalle sirene di lauti ingaggi? Esiste forse un ritorno d'immagine più efficace di quello che potrebbe dare un Paris Saint-Germain che sia competitivo in Francia e in Europa con una squadra composta in buona parte dai migliori talenti dell'Île de France? Un club che sia capace di lanciare ogni anno un Sakho o uno Chântome?


Sakho, capitano ventunenne cresciuto a Camp des Loges


ALLA SCOPERTA DEL VIVAIO PARIGINO...

Gli Under 19 Nazionali

Costruita intorno al nucleo della generazione 1993, schierata generalmente con un 4-2-3-1, la squadra guidata da David Bechkoura è approdata alla fase finale attraverso un percorso meno agevole di quel che si potrebbe pensare, a dispetto del grande potenziale tecnico e del primato di miglior difesa del suo girone: discontinua ed ancora immatura sul piano atletico e tattico, ad un certo punto della stagione regolare contava addirittura quattordici punti di ritardo sul Caen leader in classifica e deve ringraziare l'eccezionale sprint finale, con otto vittorie nelle nove gare conclusive, che le ha consentito il sorpasso proprio in extremis, quando all'ultima giornata la capolista è clamorosamente stata sconfitta a Wasquehal mentre i parigini polverizzavano il Lesquin (6-0). Nella semifinale contro il Lorient e nella finale contro il Grenoble i giovani Rouge et Bleu sono poi riusciti a far valere la loro indiscutibile superiorità tecnica, sbloccando in entrambi i casi il risultato nella ripresa ed imponendosi alla fine con l'identico punteggio di 2-0.


Foto leparisien.fr

Ecco il tabellino e il video della finale:

Domenica 5 giugno 2011, Tarbes
GRENOBLE - PSG : 0-2 (0-0)
Marcatori : Rajsel (77') e Mbaka (79').
GRENOBLE : Perrin (c) - Aguilar, Martorana, Dieng, Di Stefano - Nicaise (Ndiaye, 80'), Ngando (Abie, 53') - Simon, Michel, Letare (Begue, 80') - Ben Dahrane. Allenatore : Patrick Cordoba.
PSG : Salamone - Sabaly, Samnick, Diarra, Tambe - Hery (c), Mbaka - Bahebeck, Kebano (Boccara, 80e+2), Kamghain (Rajsel, 69') - Honore. Allenatore: David Bechkoura.

Una rassegna dei protagonisti di questo successo non può che iniziare da Kebano e Bahebeck, apparsi rispettivamente a sette e tredici riprese con la prima squadra nella scorsa stagione e considerati unanimemente già pronti ad essere aggregati stabilmente al gruppo di Kombouaré. Il primo, un destino scritto nel nome visto che il padre, ex calciatore congolese, ha scelto di chiamarlo Neeskens in omaggio al grande attaccante dell'Ajax e dell'Olanda degli anni settanta, è un trequartista brevilineo (172 cm per 70 kg) tecnico ed esplosivo, dalle grandi qualità di accellerazione e dribbling e dotato di ottimi tiro e cross; nazionale francese Under 19, può giocare sulle due fasce come gli abbiamo visto fare in più occasioni sia nel club che in selezione, ma a detta del tecnico federale Bergerôo la posizione che meglio valorizza le sue doti è quella tra le due linee. Nato il 10 marzo 1992, ha debuttato in prima squadra il 2 febbraio 2011 agli ottavi di Coupe de France contro il Martigues e poco dopo ha fatto anche il suo esordio europeo in PSG - Bate Borisov valido per i sedicesimi di finale di Europa League, raccogliendo applausi in entrambe le circostanze; nell'ultima giornata di campionato è stato schierato per la prima volta da titolare contro il Saint-Étienne, ma sostituito alla fine del primo tempo per mancanza di disciplina nel piazzamento difensivo. Nel frattempo ha disputato quattro partite con gli U19 e sedici con le riserve in CFA, segnando dieci gol in totale; il primo e finora unico gol da professionista con la maglia del PSG l'ha invece messo a segno al Parc des Princes ai quarti di finale di Coupe de France contro il Le Mans.


Kebano in azione contro il Bate Borisov nel giorno del suo esordio al Parc des Princes -foto SIPA

PSG - Le Mans di Coupe de France è anche la partita dell'esordio in prima squadra e del primo gol da professionista per Jean-Cristophe Bahebeck (Saint-Denis, 1 maggio 1993), che sbloccando a poco più di dieci minuti dai calci di rigore un quarto di finale rivelatosi più ostico del previsto diventava, con i suoi diciassette anni e otto mesi, il terzo più giovane marcatore nella storia del PSG dopo Nicolas Anelka e Bartholomew Ogbèche: ennesimo punto esclamativo su una carriera vissuta finora ad altissima velocità, visto che già nell'US Persan, il club della regione parigina dove il PSG l'ha pescato, si era laureato miglior marcatore a tredici anni con una quarantina di gol all'attivo, per poi ripetersi in maglia rossoblu con gli U15 (circa venti gol), con gli U17 (media di un gol a partita) e nel 2009-10 con gli U19 (quattordici gol). Attaccante completo, potente, veloce, efficace sotto porta, dotato di dribbling, tiro e abilità nel tirare i calci da fermo, forse non straordinario soltanto nel gioco aereo, ha iniziato la carriera da punta centrale ma si muove benissimo su entrambe le fasce e ormai gioca prevalentemente da ala sinistra. Anche lui, come il compagno Kebano, nello scorso campionato è sceso in campo essenzialmente con la squadra riserve, di cui ancora una volta è stato il miglior realizzatore con undici reti in sedici gare, mentre nel corso della stagione regolare non è apparso con gli U19 che in un'unica occasione. Dopo sei presenze in amichevole e tre reti con la Francia Under 18, naturalmente con tanto di gol e assist all'esordio, era stato convocato da Mankowski per partecipare con la selezione francese al Festival Espoirs di Toulon dello scorso giugno, ma il PSG ha chiesto di trattenerlo per la fase finale del campionato U19 e così al suo posto è stato chiamato Knockaert.


Bahebeck in azione nella finale contro il Grenoble -foto psg.fr

Nella seconda metà di giugno Kebano e Bahebeck hanno entrambi firmato con il PSG il primo contratto da professionista; con loro LoÏck Landre, pilastro difensivo dell'Under 19 francese e delle riserve, con le quali ha collezionato venticinque presenze in CFA (ventiquattro da titolare), a cui va aggiunta qualche panchina in Ligue 1 con la prima squadra: nel finale di campionato per lui è arrivato anche un positivo esordio, quando Kombouaré l'ha gettato nella mischia in PSG-Nancy nella situazione d'emergenza seguita all'espulsione di Jallet ed il ragazzo si è disimpegnato bene in un ruolo non suo, quello di esterno destro. Nato ad Aubervilliers il 5 maggio 1992, Landre è un difensore centrale che nasce come centrocampista difensivo, posizione in cui peraltro il selezionatore Bergeroo l'ha recentemente utilizzato in nazionale; alto 179 cm per 78 kg, si distingue per le sue qualità atletiche e caratteriali, mentre deve lavorare principalmente sul rilancio.

Un contratto da professionista l'avea in precedenza firmato anche Alassane També (nella foto in basso), compagno di reparto di Landre in CFA (venti presenze da titolare, più cinque con gli U19 Nazionali) e nella Francia di Bergerôo, con la quale lo scorso maggio ha partecipato alla Fase Elite dell'Europeo di categoria, insieme allo stesso Landre e a Kebano. Esterno destro difensivo che può all'occorrenza giocare anche a sinistra, ha un enorme potenziale ma il suo problema sono al momento i cali di concentrazione, come sottolinea proprio Bergerôo. Classe 1992, alto 182 cm per 76 kg, ha tecnica, rapidità e sa farsi valere nei duelli, ed è stato seguito da Barcellona, Manchester United ed Arsenal. A far coppia con Landre al centro della difesa della squadra riserve è stato in genere Mohamed Diarra (20/6/1992), origini guineane, considerato una delle più grandi promesse difensive del PSG ed anche lui tenuto d'occhio da vari club europei come Arsenal ed Inter; alto 183 cm per 70 kg, difensore solido ed elegante in grado di giocare anche a centrocampo, ha già grandi autorità e maturità tecnica e tattica per la sua età e deve fare attenzione soprattutto a qualche eccesso di confidenza di troppo.

Landre, També e Diarra - così come Kebano e Bahebeck - sono stati chiamati a rafforzare la squadra U19 principalmente in occasione della fase finale di Tarbes, ma nella stagione regolare la cerniera centrale schierata più sovente è stata quella costituita da Richard-Quentin Samnick e Alvin Arrondel, complementare duo classe 1993: il primo è un difensore roccioso e forte nell'uno contro uno e nel gioco aereo, con qualche carenza tecnica soprattutto per quel che riguarda il piede sinistro, il secondo deve migliorare sul piano fisico e dell'aggressività ma mostra maturità, un'ottima tecnica ed un buon lancio lungo; è stato schierato a volte a centrocampo e fa parte della selezione francese Under 18 insieme a Youssouf Sabaly (classe 1993), esterno destro dall'ottimo apporto offensivo impiegato a volte da Bechkoura anche sulla sinistra, già apparso a sei riprese da titolare in CFA. Un ottimo jolly si è rivelato Yannis Takerboucht (classe 1994), dodici volte in campo dall'inizio, più frequentemente laterale di difesa ma anche difensore centrale o centrocampista, buona tecnica, aggressivo il giusto ed intelligente tatticamente; considerato una delle più interessanti promesse di origine algerina, ha partecipato a un raduno dell' Under 16 francese ma ha poi scelto di indossare la maglia dei Fennecs.


Altro nazionale francese è l'attaccante classe 1992 Jimmy Kamghain (foto in basso), anche lui in possesso di un contratto da professionista: il PSG glielo fece firmare a metà del 2009 per evitare di lasciarselo sfuggire nel momento della sua massima ascesa, quando era salito alla ribalta per le prestazioni straordinarie nelle formazioni giovanili e la conseguente partecipazione all'Europeo Under 17 in Germania; in seguito purtroppo la rottura dei legamenti crociati l'ha allontanato a lungo dai campi e ne ha frenato la progressione: all'inizio di quest'anno è tornato finalmente a giocare, mettendo insieme nove presenze con le riserve e dieci con gli U19 Nazionali (con due gol) e ritrovando anche la maglia dei Bleuets nell'amichevole che l'U19 ha giocato a fine marzo contro la Svizzera. Di sicuro si tratta di un grande talento, magari discontinuo ed indisciplinato tatticamente, ma dotato di una tecnica in velocità e di un'accellerazione nei primi metri davvero fuori dal comune; difficile da fermare se lanciato negli spazi, d'abitudine gioca da ala destra.

Molto talentuoso è anche Arnaud Honoré (15/03/1993), centrocampista offensivo a volte schierato da interno, miglior realizzatore stagionale degli Under 19 Nazionali con tredici gol; eccellenti la tecnica individuale ed il dribbling negli spazi stretti, ottimi il tiro ed il senso del gol per un centrocampista, buon fisico, i suoi punti deboli sono soprattutto la costanza e la partecipazione al gioco collettivo. Al secondo posto nella classifica dei marcatori tra gli U19 parigini c'è a quota otto Nicolas Rajsel (31/05/1993), ventidue presenze, autore tra l'altro della rete che ha sbloccato la finale contro il Grenoble meno di dieci minuti dopo il suo ingresso in campo: nella rosa, è il giocatore il cui profilo corrisponde maggiormente a quello dell'attaccante classico, con buone doti di opportunismo in area di rigore. A segno sia in semifinale che in finale è andato il promettente interno di centrocampo Philtzgérald Mbaka (20/3/1993), insieme a Honoré l'elemento più utilizzato da Bechkoura con venticinque presenze da titolare nella stagione regolare, mancino molto elegante e dotato tecnicamente, preciso nei passaggi e pericoloso quando parte palla al piede per via del suo buon dribbling; deve progredire essenzialmente dal punto di vista dell'impatto fisico.

Davanti alla difesa si è mossa solitamente la coppia formata da Bastien Héry (23/3/1992, diciassette presenze da titolare), centrocampista completo dalla notevole visione di gioco, abile con entrambi i piedi nel passaggio sia corto che lungo, qualche limite solo sul piano fisico, e Ilan Boccara (14/5/1993, quattordici presenze da titolare), ottimo recuperatore di palloni di piccola taglia ma di grande intelligenza tattica ed intensità di gioco, cercato recentemente dall'Ajax. Nel corso del campionato si sono visti in campo anche gli esterni Joris Héron e Jason Bli (1993), i centrocampisti centrali Franck Bikoya (1993) e Romain Lelevé (1992), l'ala mancina Abdelrafik Gérard (1993), e soprattutto vari ragazzi del gruppo degli Under 17 Nazionali che nella stagione regolare hanno per l'appunto giocato con frequenza con la squadra U19: tra questi, in particolare hanno raccolto almeno dieci presenze Yaisien (diciotto), autore di sei reti, Bourdin (quindici), Ikoko (tredici) e Chemin (undici).


Ma se si vuol dare ascolto a chi frequenta abitualmente Camp des Loges, è in porta che troviamo una delle più grandi speranze del vivaio parigino e del calcio francese in genere: si tratta di Alphonse Areola (foto in basso), assente dalla fase finale di Tarbes a causa di un infortunio alla mano, che all'età di sedici anni e cinque mesi è diventato nel luglio 2009 il calciatore più giovane ad aver firmato un contratto da professionista con il Paris Saint-Germain. Nato a Parigi il 27 febbraio 1993, origini filippine, ha iniziato a giocare a sei anni nel Petit Anges, piccolo club del settimo arrondissement parigino, dove l'ha adocchiato Pierre Reynaud, e ha poi svolto una parte della sua formazione all'INF di Clairefontaine; le sue doti fuori dal comune e le eccellenti performances nelle giovanili del PSG hanno immediatamente attirato l'attenzione dei selezionatori federali e Alphonse è attualmente il titolare dell'Under 18, dopo varie presenze nell'Under 17 con cui è stato protagonista all'Europeo di categoria del 2010, nel quale la Francia è uscita in semifinale per mano dell'Inghilterra futura vincitrice. Struttura fisica impressionante già a sedici anni (191 cm per 85 kg), a Saint-Germain-en-Laye ha colpito tutti anche per le sua forza mentale, la maturità precoce e la tranquillità che riesce a trasmettere alla difesa; difficile trovargli per il momento un vero difetto, poiché ha sangue freddo e riflessi, se la cava benissimo sia tra i pali che nelle uscite alte e basse e si disimpegna bene con i piedi. Nella scorsa stagione è stato incluso nella rosa della prima squadra come terzo portiere, andando in panchina in qualche circostanza quando le occasionali assenze di Coupet o Edel l'hanno richiesto, e ha giocato diciotto partite in CFA, che hanno fatto seguito alle dieci già disputate con le riserve nel finale della scorsa stagione: quest'anno il ritiro di Coupet ed il mancato prolungamento del contratto di Edel potrebbero offrirgli l'opportunità di diventare il secondo alle spalle del neo acquisto Douchez, ma nell'ottica della sua crescita probabilmente sarebbe molto più sensato un prestito che gli consenta di accumulare tempo di gioco ed esperienza. I pali degli U19 Nazionali sono invece stati difesi da Mickaël Salamone, 190 cm per 90 kg, portiere classe 1992 molto affidabile soprattutto sulla sua linea di porta.


Gli Under 17 Nazionali

Allenati dal 2005 da Jean-Luc Vasseur, che ha appena lasciato l'incarico e nella prossima stagione guiderà il Créteil in National, paradossalmente gli Under 17 Nazionali del Paris Saint-Germain sono riusciti a laurearsi per la prima volta campioni di categoria proprio nell'anno in cui si sono mostrati meno dominanti nel corso della stagione regolare, conclusa comunque con il migliore attacco e la miglior difesa del proprio gruppo. Nella poule finale ad otto squadre, si sono poi piazzati al primo posto nel girone Nord con 6 punti, davanti a Le Havre (5), Lens (4) e Troyes (1), malgrado la sconfitta nella terza ed ultima giornata contro il Le Havre; il girone Sud ha invece visto l'affermazione dell'Olympique Marseille, primo con 7 punti davanti a Sochaux (4), Bordeaux (3) e Lyon (2). In finale ha avuto dunque luogo il sempre coinvolgente clasico PSG-OM, e i giovani parigini hanno dato prova di grande carattere riuscendo ad avere la meglio nonostante l'inferiorità numerica per l'espulsione diretta di Conte nel finale del primo tempo, segnando il gol della vittoria in contropiede a dieci minuti dalla fine: da ammirare il lancio di Yaisien e la bellissima conclusione ad incrociare di Sainrimat.


Gli U17 Nazionali 2011. Nella fila in alto: M’Pasi, Sainrimat, Fezui, Rabiot, Bourdin, Conte, Bambock, Yaisien, Banvo, Maignan. Nella fila in basso: Latour, Ongenda,
Ikoko, Diafat, Quéméner, Lambèse, Lofanga, Chemin - Foto C.Gavelle, da psg.fr

Il tabellino e il video della finale:

Sabato 4 giugno 2011, Tarbes
PSG - MARSEILLE : 2-1 (1-1)
Marcatori : Ongenda (21') e Sainrimat (81') per il PSG, Diop (45'+1) per il Marseille.
PSG : Maignan - Ikoko, Conte, Bourdin (Diafat, 90'+1), Lofanga - Rabiot, Bambock - Latour (Lambese, 61'), Yaisien (c), Ongenda - Banvo (Sainrimat, 61'). Allenatore : Jean-Luc Vasseur.
MARSEILLE : Fabri - Sam (Honore, 56'), Azouni (c), Aloe, Charles - Bangoura (Mekhouni, 86'), Abdullah - Santiago (Loiacono, 78'), Diop, Jobello - Bonelli. Allenatore : Eric Thiery.

Di alcuni ragazzi che compongono questo gruppo abbiamo già parlato in più di una circostanza precedente, in quanto nazionali francesi Under 17, recentemente impegnati nel Mondiale di categoria in Messico: si tratta della stella Yaisien, di Ikoko e di Bourdin, che come detto hanno giocato buona parte della stagione con gli U19 Nazionali; del portiere Mpasi e del difensore Conte, quest'ultimo pilastro della formazione tipo degli U17 Nazionali, schierato al centro della difesa in coppia con Bourdin o Fezui in sua assenza. Sulla fascia sinistra del reparto arretrato si è mosso Maxime Lofanga (21/4/1994), l'elemento più presente in assoluto in campionato con venticinque partite giocate, ex centrocampista difensivo dalle buone qualità fisico-atletiche riconvertito dal momento del suo arrivo al PSG (2009-2010) in una posizione della quale deve ancora assimilare alcune specificità; a destra abbiamo spesso visto il piccolo Matthieu Geolier (24/2/1994), quindici presenze, il giocatore più basso della rosa con i suoi circa 160 cm, che compensa il deficit di statura con buona tecnica e combattività.

Svariate apparizioni in difesa anche per Ryan Diafat (21/9/1995, dieci presenze), carattere e resistenza, laterale destro dal fisico brevilineo figlio del campione di thai boxe Dida -destinato a quanto sembra a lasciare il PSG- e per Arnaud Fezui (2/1/1995, dodici presenze), centrale difensivo polivalente, buon piede mancino, pure lui con un passato da centrocampista. Tra i pali Mpasi si è alternato con Mike Maignan (3/7/1995, quindici presenze), nativo della Guyana francese, che ha giocato la semifinale e la finale a Tarbes: alto 190 cm., estremo difensore della Francia U16 con la quale si è aggiudicato diversi riconoscimenti individuali tra cui il premio di miglior portiere al torneo di Montaigu 2010, mostra grande sicurezza sia in porta che nelle uscite aeree ed il suo principale punto debole sembra per il momento il gioco con i piedi.


Yaisien mostra il premio di miglior marcatore dell'edizione 2009 della PSG/Nike U15 Cup, prestigiosa competizione giovanile che si disputa ogni estate a Saint-Germain-en-Laye

Molto interessante il centrocampo, che è stato schierato di norma a tre e nel quale troviamo innanzitutto il capitano Jérémy Quéméner (7/7/1994, ventuno presenze più tre con gli U19), che si è fatto particolarmente apprezzare per la sua regolarità nel corso dell'intera stagione: brevilineo estremamente combattivo e pressoché ambidestro, ottimo senso della posizione, è bravo a recuperare palloni ma altrettanto in fase di impostazione, con cambi di gioco anche belli a vedersi, e nel calciare i piazzati ; al suo fianco Franck-Yves Bambock (7/4/1995, venti presenze), uno dei giocatori della generazione 1995 nei quali vengono riposte maggiori aspettative in prospettiva: nazionale francese Under 16, ha fisico impressionante per la sua età e tecnica rimarchevole per un giocatore della sua stazza, personalità e propensione a spingersi in avanti per sfruttare la potenza del tiro, che nella scorsa stagione gli ha fruttato ben otto gol; e Adrien Rabiot Provost (3/5/1995, diciannove presenze), interno mancino dalle lunghe leve che sfiora i 190 cm, anche lui nel giro dell'Under 16: passato dal Pôle Espoir federale di Castelmaurou (Toulouse), diretto dall'ex nazionale francese Stopyra, dove sono cresciuti tra gli altri anche Clichy e Mexès, nel 2009 ha tentato l'avventura al Manchester City rimanendovi nove mesi; oltre ad essere abile nel recupero del pallone, ha doti tecniche davvero interessanti e per fare il salto di qualità deve soprattutto strutturarsi muscolarmente ed essere più continuo.

Sfortunato Romuald Lacazette (3/1/1994), assente per gran parte della stagione per infortunio, quattro presenze in tutto tra Under 17 e Under 19: considerato uno dei giovani giocatori più interessanti nel suo ruolo, stazza media, è un interno di centrocampo completo, che garantisce copertura, potenza e grande dinamismo, ma anche qualità tecnica e proiezioni offensive. Bella invece la storia di Piakai Henkel (11/3/1995), californiano, uno dei pochissimi giocatori della rosa ad essere nato al di fuori del territorio dell' Île de France: iscrittosi ad uno stage della PSG Academy, è stato notato da Jérôme Klein, osservatore del club, ed è così entrato nel centro di formazione, trovando spazio nello scorso campionato in sette circostanze nell'undici di partenza degli U17 Nazionali e mostrando buone doti tecniche e di visione di gioco.


Adrien Rabiot in azione con la maglia della Francia U16 contro l'Olanda al Tournoi Val du Marne -foto paris-idf.fff.fr

La stella degli Under 17 Nazionali è tuttavia l'attaccante Hervin Ongenda, talento precocissimo a cui tutti gli addetti ai lavori pronosticano un grande futuro e che ha già convogliato su di sè le attenzioni delle big inglesi. Nato a Parigi il 24 giugno 1995, ha in comune con Kebano le origini congolesi ed una struttura fisica simile, visto che misura 170 cm per 65 kg di peso; scoperto dal solito Reynaud a dodici anni nel Lilas e aggregato ai benjamins, durante il noto torneo di categoria di Arousa, Spagna, segna in sole otto partite diciotto delle venticinque reti totali del PSG, con una tripletta in finale all'Inter, ed in seguito continua su questi ritmi, realizzando la bellezza di più di duecentosessanta gol nei suoi primi tre anni in Rouge et Bleu e mettendosi in luce anche con la Francia Under 16 con la quale vince da capitano la Aegean Cup nel gennaio 2011, laureandosi capocannoniere con sei gol in quattro gare. Dalla stagione 2009-2010 è aggregato con largo anticipo rispetto ai tempi agli Under 17 Nazionali e nel campionato appena concluso è ancora una volta lui il miglior marcatore della sua squadra con diciannove gol in ventitrè presenze, a cui vanno aggiunti i quattro segnati nelle due occasioni in cui ha fatto capolino negli U19 Nazionali. Attaccante veramente completo, ha qualità tecniche e atletiche fuori dalla norma, visione di gioco e fantasia, è veloce, mobile, freddo davanti alla porta, aggressivo sul portatore di palla, abile nel dribblare come nel servire assist e nel calciare rigori e punizioni; e secondo il selezionatore dell'Under 16 francese Giuntini possiede un'altra dote da non sottovalutare, ovvero un autentico spirito da competitore. In grado di muoversi bene in qualunque posizione dell'attacco, nell'ultima stagione l'abbiamo visto partire in prevalenza dalla fascia sinistra.


Ongenda nella finale contro l'OM -Foto psg.fr

Dalla trequarti in su sono comunque parecchi gli elementi da tenere d'occhio. Tra i classe 1994 c'è il gigante Anderson Banvo, anche lui visto recentemente all'opera al Mondiale Under 20 nella Costa d'Avorio eliminata agli ottavi di finale proprio dalla Francia: titolare al centro dell'attacco per buona parte del campionato, secondo miglior marcatore parigino dopo Ongenda con quindici gol in ventuno partite, è prezioso nel ruolo di pivot e spicca per le doti atletiche e fisiche, ma ultimamente ha fatto progressi anche sul piano tecnico e realizzativo; c'è poi il suo abituale sostituto Alexis Sainrimat, l'eroe della finale, altro giocatore la cui stagione è stata purtroppo condizionata da un brutto infortunio che l'ha tenuto ai margini per otto mesi: attaccante centrale che può giocare anche sulla fascia destra, rapido e discretamente tecnico nonostante la struttura fisica longilinea, ha iniziato la sua formazione al Club Omnisports des Ulis, così come Thierry Henry e Patrice Evra tra gli altri; e Sorel Chemin, mancino puro che all'inizio del biennio ha fatto parte della selezione Under 16 di Gonfalone, ovvero l'odierna Under 17, un'ala dal gran dribbling che segna anche abbastanza, nove gol in quindici partite l'anno scorso. Tra i classe 1995 Mickaël Latour, jolly d'attacco dalla buona proprietà tecnica e capace di muoversi bene spalle alla porta, che ha svolto ottimamente il ruolo di vice Yaisien e deve lavorare soprattutto dal punto di vista atletico (17 presenze di cui undici da titolare, tre gol segnati), e Stéphane Lambèse, il più giovane del gruppo, centrocampista offensivo brevilineo di origine haitiana, non sempre lucido ma insidioso e pronto a sacrificarsi con un movimento incessante, impiegato più sovente da ala destra ed autore di tre gol in ventiquattro partite, delle quali quattordici da titolare.


Nella Francia U16 vincitrice del Torneo Val du Marne 2010 si possono riconoscere quattro U17 Nazionali campioni di Francia con il PSG: Rabiot (n.18), Maignan (n.1), Bambock (n.11) e Ongenda (n.13)

Altri giocatori della classe 1995, quali Kimpembe e Gagic, difensori, Labhiri, centrocampista, o Diakiese, attaccante, hanno giocato meno e avremo modo di rivederli all'opera nell'Under 17 della prossima stagione; a loro si uniranno i classe 1996 che in quella appena trascorsa tanto bene hanno fatto nella categoria Under 15, vincendo la propria poule in campionato: in particolare, si sentono già giudizi lusinghieri sul duo formato dal centrocampista offensivo Kingsley Coman (nella foto sotto, in azione contro il Torino durante l'edizione 2010 della Manchester United Premier Cup) e dall'attaccante Moussa Dembele, autore di diciotto gol più altri undici segnati in sei incontri con la rappresentativa dell'Île de France nella coppa nazionale delle leghe U15.



lunedì 11 luglio 2011

AS Monaco, ripartire dalla Gambardella

Gli Under 19 Nazionali del Monaco si aggiudicano allo Stade de France l'edizione 2011
della Coupe Gambardella- Foto Chevalier

Dall'alto del Rocher e di un blasone nobilitato da sette titoli di campione di Francia, nel Principato ci si ripeteva che alla fine in un modo o nell'altro si sarebbe riusciti a salvare la pelle, arroccati su quello sperone che giornata dopo giornata si faceva più pericolante ed aggrappati a certezze che via via si sgretolavano; fino all'ultima domenica ed alla spallata fatale assestata impietosamente dal Lyon, con la rovinosa caduta e l'amara e definitiva constatazione che dopo trentaquattro stagioni di permanenza ininterrotta nella massima serie ed a soli sette anni di distanza dalla finale di Champions League persa contro il Porto di Mourinho, la Ligue 2 è diventata ufficialmente la realtà con cui l'AS Monaco è costretto a fare i conti nel presente.

Va ad onor del vero riconosciuto che Laurent Banide, chiamato a sostituire Guy Lacombe in panchina dopo la sosta natalizia, ha fatto comunque un buon lavoro, trasmettendo nuove motivazioni, assestando la squadra intorno ad una retroguardia solida e piazzandosi al decimo posto nella classifica relativa al girone di ritorno con venticinque punti conquistati; e che il Monaco ha avuto senz'altro la sua buona dose di sfortuna nel retrocedere malgrado il raggiungimento di quota quarantaquattro, battendo il precedente record detenuto dal Caen 2004-2005 e dal Nancy 1999-2000, ai quali quarantadue punti non erano stati sufficienti ad evitare la discesa.


Un'immagine dei tempi d'oro: il Monaco guidato da Jean Tigana festeggia il titolo di campione di Francia 1996-1997,il penultimo della sua storia; nella foto si riconosce anche un giovanissimo Henry, che nel Principato ha iniziato la sua carriera da professionista -foto Reuters

Ma è noto che quasi sempre ciò che avviene in maniera apparentemente casuale, e che nel calcio prende generalmente le sembianze dei classici episodi che fanno pendere da una parte l'ago della bilancia, racchiude in sè una spiegazione perfettamente logica ed affonda le radici ben più in lontananza. E le radici di questa retrocessione sono da ricercare in primis nella perdita di una stabilità finita con la fine dell'era Campora (1976-2003), della quale la cavalcata europea dei ragazzi di Deschamps ha rappresentato l'ultimo sussulto postumo e dopo la quale in otto anni si sono succeduti cinque presidenti ed otto allenatori, con la conseguente impossibilità di stabilire una linea guida univoca e definita per il club. E di riflesso, nel progressivo abbandono di una politica sportiva fondata sui frutti di un centro di formazione dalla nota tradizione, che dei successi passati aveva costituito una delle travi portanti e che alla Francia aveva regalato quattro campioni del mondo 1998, Lilian Thuram, Emmanuel Petit, Thierry Henry e David Trezeguet; a vantaggio di un'improvvisazione che ha portato a scelte di mercato spesso quantomeno rivedibili, con esempi freschissimi quali quello di uno Mbokani costato più di sette milioni di euro ed ingestibile dal punto di vista comportamentale, o di un Mahamadou Diarra perennemente alle prese con gli infortuni che ha finito con l'incidere molto più sul monte ingaggi che non sul campo.

Se in questo senso, nel quadro di una ristrutturazione che il Principe Alberto aveva preannunciato prima della retrocessione, sembra già un segnale confortante l'appena ufficializzato arrivo dal Lille -in qualità di nuovo responsabile di mercato- di Jean-Luc Buisine, l'uomo che ha portato nel Nord a costo zero o a prezzo d'occasione giocatori come Sow, Bastos, Bodmer, Lichsteiner e Odemwingie tra gli altri, la speranza condivisa da molti tifosi monegaschi è che il passo successivo sia il ritorno alla valorizzazione del centro di formazione.


Centro di formazione che, lo ricordiamo, è tuttora assestato su livelli d'eccellenza, come testimoniato dalla classificazione di categoria 1, classe A e dal secondo posto alle spalle di quello del Rennes nella graduatoria più recente resa nota dalla FFF; o dall'evidenza che gli elementi più positivi in un'annata da dimenticare e gli ultimi ad arrendersi sul campo siano stati proprio i ragazzi cresciuti alla Turbie come il camerunense Nkoulou, appena sacrificato sull'altare di un bilancio tutt'altro che florido ed involatosi verso la vicina Marseille, o il portiere e capitano Ruffier, destinato a breve ad una sorte simile. O ancora, dall'ottima stagione di tutte le formazioni giovanili biancorosse, dalle riserve - allenate da dodici anni da Frédéric Barilaro, che dal 2008 è anche il direttore del centro - che nel girone C dello Championnat Amateur sono arrivati a soli tre punti dal Lyon campione, agli Under 17 di Bruno Irles, piazzatisi secondi nel proprio gruppo dietro l'OM poi sconfitto in finale dal fortissimo PSG di Yaisien e protagonisti del terzo campionato consecutivo ad alti livelli; e soprattutto degli Under 19 di François Ciccolini, che hanno dato seguito al brillante 2009-2010 concluso da vice campioni di Francia aggiudicandosi meritatamente la Gambardella 2011, la competizione giovanile che più di ogni altra rimane impressa nella memoria collettiva degli appassionati francesi, al termine di una finale palpitante e dal buon livello tecnico in cui hanno avuto la meglio ai calci di rigore sul Saint-Étienne.


Al Louis II, i ragazzi della Gambardella presentano il trofeo al Principe Alberto -foto asm-fc.com

Guardare a posteriori le immagini della gioia dei ragazzi di Ciccolini contrapposta alle lacrime della prima squadra suggerisce implicitamente la miglior via da seguire per la ricostruzione, a prescindere dalle future evoluzioni sul piano societario e dall’auspicato ingresso nel capitale di nuovi investitori. Banide, saggiamente confermato, dall’alto dei suoi otto anni di esperienza al centro di formazione della Turbie appare come la persona giusta per lavorare con il gruppo della Gambardella, formato da un promettente mix di elementi delle generazioni 1992 e 1993 in cui spiccano individualità quali Appiah, Mendy o Eysseric, gruppo a cui va aggiunto qualche interessante classe 1990 o 1991 che nella scorsa stagione ha giocato essenzialmente con le riserve, come il portiere L’Hostis visto all’opera all’ultimo Festival di Toulon, l’attaccante Germain recentemente convocato nell’Under 21 di Mombaerts o i difensori Isaac Koné e Ferblantier: alcuni di questi ragazzi sono partiti per il ritiro precampionato all’Île de Ré con una prima squadra il cui organico è ancora tutto da definire e non potrebbero capitare circostanze più favorevoli di quella contingente per programmarne l'integrazione in pianta stabile nella rosa.

Naturalmente non si vuole asserire che una vittoria in Gambardella sia sinonimo di una successiva carriera ad alti livelli, discorso che vale per qualunque successo a livello giovanile, nè tantomeno si può ragionevolmente pensare di sostenere un campionato duro come la Ligue 2 con una squadra composta unicamente da diciottenni. Ma è bello ricordare che da una finale di Gambardella sono passati tra gli altri sei dei giocatori che compongono l’attuale gruppo di Blanc, ovvero Mexès (Auxerre 1999), Gourcuff (Rennes 2003), Rèmy e Benzema (Lyon 2006), Martin (Sochaux 2007) e M’Vila (Rennes 2008), o anche i neo campioni di Francia Béria e Obraniak (Metz 2001); ed altrettanto bello immaginare un AS Monaco che affronti la sua ricostruzione stringendosi intorno a figure di riferimento come gli stessi Barilaro e Banide o come l’attuale consigliere sportivo Jean Petit, in biancorosso dal 1969, e schierando sul campo tre-quattro ragazzi cresciuti in casa che possano costituire l’ossatura della squadra di domani; e che ritrovi così, prima ancora della Ligue 1, la propria identità e la propria anima.

E' con quest'auspicio che vi presentiamo brevemente tutti i ragazzi che hanno giocato la finale dello Stade de France, ricordando che l'ultima volta che il Monaco vinse una Coupe Gambardella, nel 1972, la prima squadra retrocesse in Ligue 2 ma risalì immediatamente nella stagione successiva.


Martin Sourzac - Titolare indiscutibile tra i pali, di lui si dice un gran bene e la sua assenza per infortunio è coincisa con il peggior periodo stagionale della squadra. Classe 1992, alto 184 cm per 78 kg, fu notato dal Monaco e da altri club come Lorient e Nantes proprio in Gambardella, nell'edizione 2007-2008 quando difendeva i pali del FC Sens. Il dodicesimo è Julien Grondin (1993), originario di Saint-Louis de La Réunion.


Jérôme Phojo - Piacevole sorpresa della stagione, e' uno dei sette giocatori del gruppo nati nel 1993, che hanno integrato quest'anno lo zoccolo duro formato dai ragazzi classe 1992. Si è alternato sulla fascia destra della difesa con Florian Pinteaux (1992), giocando la semifinale e la finale mentre il suo compagno era stato titolare in quasi tutti i turni precedenti, e ha mostrato anche un discreto cross.


Dennis Appiah - Capitano di questa squadra e della Francia Under 19, è uno degli elementi che sembrano destinati ad un sicuro avvenire: difensore centrale in grado di trasmettere tranquillità ai compagni, compensa un fisico normale (178 cm per 70 kg) con altre qualità ed è in grado di disimpegnarsi bene anche da esterno destro o da centrocampista davanti alla difesa. Classe 1992, ha già esordito con la prima squadra e abitualmente gioca con le riserve in CFA.


Jérémy Labor - Anche lui nazionale francese Under 19, con i compagni di squadra Appiah, Kurzawa e Mendy ha partecipato a maggio alla Fase Elite degli Europei di categoria. Classe 1992, forma con Appiah la coppia titolare al centro della difesa ma è stato assente per gran parte della stagione a causa di un infortunio alla coscia: in Gambardella è tornato in tempo per la semifinale e per la finale, in cui ha firmato il gol del Monaco con un perentorio stacco di testa su corner.


Layvin Kurzawa - Esterno sinistro di difesa dalle caratteristiche spiccatamente offensive e dalla buona qualità di percussione e di cross, eredità del suo passato da centravanti, posizione in cui ha giocato fino all'età di quattordici anni; deve progredire soprattutto nella fase difensiva. Nato a Fréjus nel settembre del 1992, può vantare cinque presenze in Ligue 1 ed otto nell' Under 19 francese.


Aadil Assana - Aggregato al gruppo degli U19 dopo un'eccellente stagione 2009-2010 con gli U17. Centrocampista centrale classe 1993, alto 175 cm per 65 kg, con Mendy forma davanti alla difesa un duo di brevilinei estremamente dinamico ed in finale si è mostrato molto efficace nel soffocare le velleità offensive avversarie.


Jessy Pi - Centrocampista centrale classe 1993, in finale è stato lui a far coppia davanti alla difesa con Assana per via dell'assenza di Mendy e si è rivelato uno dei protagonisti più positivi. Nativo di Manosque ed arrivato al Monaco nel 2008, alto 179 cm per 71 kg, è dotato di un primo rilancio rapido e preciso e pare che nei mesi scorsi sia finito sul taccuino di vari club tra cui Inter, Juventus e Sunderland.


Florian Valot - Centrocampista offensivo o attaccante che il tecnico Ciccolini ha schierato generalmente a destra sulla linea dei tre trequartisti, preferendolo al più talentuoso Ferreira Carrasco per la sua maggiore abnegazione nel coprire la corsia. Basco di Pau, classe 1993, nella stagione precedente era stato vice campione di Francia Under 17 con il Paris Saint-Germain.


Valentin Eysseric - Senza dubbio l'elemento in assoluto più dotato sul piano della tecnica pura: classico numero dieci, capace di giocare anche sulle fasce, ottimo dribbling e specialista nella trasformazione di rigori e punizioni. Capace di grandi colpi come di sparire dalla partita, a volte mostra un po' di sufficienza e di eccessivo individualismo. Classe 1992, alto 180 cm per 71 kg, ha segnato otto gol in questa Gambardella di cui quattro al Blanquefort. Conta due presenze in amichevole con l'U19 francese.


Dominique Pandor - Centrocampista offensivo o ala classe 1993, forma con Eysseric e Valot il trio dietro l'unica punta Makengo. Ottimi la protezione del pallone, il dribbling e la velocità di esecuzione; capace di accellerare come di tener palla in attesa di sostegno, è abile anche nella trasformazione dei calci piazzati. Un po' discontinuo nel corso della stagione, in Gambardella è andato a segno tre volte.


Terence Makengo - Attaccante classe 1992 dalle ottime doti atletiche e molto utile per le sue qualità di pivot, è stato tuttavia frenato nella sua crescita da reiterati infortuni di natura muscolare e può senz'altro progredire sul piano della lucidità offensiva. E' stato il più giovane giocatore del Monaco a firmare un contratto da professionista.


Benjamin Morel - Esterno destro di difesa classe 1993 originario di Salon-de-Provence, brevilineo rapido con i suoi 173 cm per 60 kg, è un comprimario di questo gruppo diventato l'eroe inatteso della finale: entrato in campo all'88', è lui a trasformare con freddezza il rigore decisivo che regala la coppa al Monaco.


Yannick Ferreira Carrasco - Nazionale Under 18 belga arrivato l'estate scorsa dal Genk, dove giocava dall'età di dodici anni. Centrocampista offensivo/attaccante classe 1993 considerato molto promettente, era seguito da parecchie altre squadre europee e col Monaco ha già firmato il primo contratto da professionista. Cinque gol per lui in quest'edizione della Gambardella.

Quentin Ngakoutou Yapende - Attaccante potente, protagonista di un grande campionato la scorsa stagione con gli U17 Nazionali, con un bottino di venti reti all'attivo: insieme al difensore Cristopher Lina, è l'unico elemento classe 1994 che ha fatto parte del gruppo della Gambardella, rivelandosi una buona alternativa per l'attacco.


Nampalys Mendy - Non ha giocato la finale perché squalificato ma la citazione è d'obbligo, trattandosi di un insostituibile e soprattutto di uno dei ragazzi che sembrano già pronti a giocare ad un livello più alto. Centrocampista classe 1992 di origini senegalesi, instancabile recuperatore di palloni che con i suoi 168 cm. per 68 kg ricorda un po' Makelele, conta già tredici apparizioni in Ligue 1 e dopo diverse selezioni con la Francia U18 e U19 ha recentemente esordito nell'Under 21 di Mombaerts.


(N.B. Tutte le foto dei ragazzi sono tratte da planete-asm.fr)

L'undici sceso in campo nella finale della Gambardella 2011 -foto asm-fc.com

Il tabellino della finale:

Finale Coupe Gambardella, Stade de France
ASSE – AS Monaco 1-1 (3-4 d.c.r.)
Arbitro : M. Leggeri
Marcatori : Douline (81') per l’ASSE ; Labor (5') per il Monaco
Sequenza rigori: Mahaya (riuscito), Cros (mancato), Diomandé (r), Douline (r), Saadi (m) per l’ASSE ; Eysseric (r), Appiah (r), Pi (r), Ferreira (m), Morel (r) per il Monaco
Ammoniti : Assana (43'), Makengo (45'), Eysseric (90') per il Monaco
ASSE : Sanou, Pellet, Zouma, Cros, Polomat, Diomandé, Douline, Bulut (Argaud 73'), Saadi (cap), Mahaya, Mayi (Aouacheria 61'). Allenatore: Bouhazama
Monaco : Sourzac; Phojo (Morel 88'), Appiah, Labor, Kurzawa - Assana, Pi - Valot (Ferreira Carrasco 66'), Eysseric, Pandor - Makengo (N'Gakoutou 78'). Allenatore : Ciccolini

Una sintesi di sette minuti:


Il percorso e i marcatori del Monaco fino alla finale:
- 64mi di finale, 16 gennaio 2011, AjaccioAC Ajaccio - AS Monaco FC : 1-2
Marcatori per il Monaco : autorete, Ferreira-Carrasco
- 32mi di finale, 6 febbraio 2011, Chamalières
FC Chamalières - AS Monaco FC : 1-3
Marcatori : Makengo, Ferreira-Carrasco (2)
- 16mi di finale, 27 febbraio 2011, Fos-sur-Mer
FC Istres - AS Monaco FC : 1-3
Marcatori : Ferreira-Carrasco, Assana, Eysseric
- Ottavi di finale, 20 marzo 2011, Blanquefort
US Blanquefort - AS Monaco FC : 0-6
Marcatori : Eysseric (4), Pinteaux, Pi
- Quarti di finale, 10 avril 2011, Guingamp
EA Guingamp - AS Monaco FC : 2-4
Marcatori : Eysseric (2), Pandor, Ferreira-Carrasco
-Semifinali, l'1 maggio a Mérignac
CS Sedan Ardennes - AS Monaco 1-3
Marcatori: Eysseric, Pandor (2)
Due momenti della finale: sopra, Makengo controllato dal difensore dell'ASSE Zouma, recentemente visto all'opera anche al Mondiale Under 17 con la Francia di Gonfalone -foto asm-fc.com; sotto, le squadre si stringono a centrocampo durante la lotteria dei rigori -foto foot42.fr

lunedì 4 luglio 2011

Raphaël Varane, garantisce Zidane

Varane posa nella sala trofei del Santiago Bernabeu il giorno della firma del contratto - foto da realmadrid.com

Il 27 giugno 2011 il Real Madrid annuncia ufficialmente attraverso un comunicato sul proprio sito di aver raggiunto l'accordo con il Lens per il trasferimento nella capitale spagnola di Raphaël Varane, diciotto anni da poco compiuti ed appena ventiquattro partite da professionista alle spalle: per aggiudicarselo al costo di dieci milioni di euro, la cifra più alta mai sborsata in assoluto per un calciatore francese di quell'età, ha dovuto vincere la concorrenza di Manchester United, Arsenal, Chelsea, Manchester City, Paris Saint-Germain, Lyon, Lille, Bayern Monaco e Roma e, contrariamente alle proprie abitudini, pur di concludere rapidamente la trattativa ha accettato di fornire le garanzie bancarie relative al Crédit Agricole Nord de France, recentemente diventato il nuovo azionista di maggioranza del club artesiano.

Ci sono alcuni particolari che colpiscono chiunque abbia avuto modo di osservare Varane con una certa continuità e che probabilmente spiegano ancor meglio di qualsiasi considerazione tecnico-tattica la ragione per la quale tutto il gotha del calcio europeo gli abbia fatto gli occhi dolci per mesi: l'incredibile regolarità con cui riesce ad allineare una dopo l'altra le prestazioni di alto livello, senza brusche cadute di rendimento, o il fatto che continui a impressionare favorevolmente nel contesto di una squadra in pieno marasma -tecnico e di spogliatoio- che affonda in maniera inesorabile, indice di una classe e di una tenuta mentale superiori; e soprattutto, la calma e la maturità che lo contraddistinguevano ancora minorenne, con la sua perfetta gestione delle emozioni e delle pressioni dell'ambiente competitivo e quella serenità quasi zen che fa apparire qualunque cosa succeda intorno a lui come semplicemente naturale.

LE ORIGINI E LA CARRIERA - Raphaël nasce il 25 aprile del 1993 a Lille e nelle sue vene scorre un po' di sangue caraibico, visto che il padre Gaston è originario di Le Morne-Rouge in Martinica, Antille Francesi; è proprio il padre, infermiere ma anche ex calciatore ed allenatore degli amatori dell'U.S. Antillais de Lille, a mettergli il pallone tra i piedi a sei anni e ad iscriverlo a sette nella prima squadra della carriera, l'AS Hellemmes, piccola realtà calcistica della periferia cittadina dove il giovanissimo Varane rimane solo dal 2000 al 2002: a portarlo via dopo avergli fatto superare tre differenti provini è infatti il Lens, all'epoca il club dominante della regione, sulla scia dell'unico storico titolo francese vinto soltanto quattro anni prima; la stella del LOSC sta appena iniziando a brillare, con il presidente del doublé 2011 Seydoux e la prima partecipazione alla Champions League che arrivano proprio in quel 2002, nella fase iniziale di un ascesa che in seguito s'intreccerà con l'inesorabile declino dei vicini Sang et Or. Come avviene per la maggior parte dei ragazzi nati nel Nord-Pas de Calais, Raphael inizia la sua formazione al C.R.A.F.(Centre Régionale de Accueil et de Formation) di Liévin, per continuarla alla Gaillette, il celebre complesso che ospita il centro di allenamento e il centro di formazione del Lens, in una fase successiva.

Nel 2006, in occasione della consegna delle Gaillettes d'Or, i premi annuali
del centro di formazione del Lens, Raphaël entra nella squadra tipo della
preformazione (che corrisponde generalmente al biennio 13-14 anni);
nell'undici ideale, possiamo notare tra gli altri anche Kakuta e Abeid,
ragazzo considerato molto promettente che non è però riuscito ad
affermarsi e che ha appena deciso di tentare di rilanciarsi al Newcastle.
-foto da chtieducartois.footeo.com

Raphaël indossa dunque la maglia Sang et Or a partire dal secondo anno dei Poussins (Pulcini) mettendosi in luce fin dai tempi della preformazione e da un certo punto in poi l'accellerazione che subisce il suo percorso calcistico è davvero vertiginosa: dopo aver sfiorato la vittoria del titolo con gli U17 Nazionali, nel 2009 viene aggregato a soli sedici anni agli U19 Nazionali ed un anno dopo alla squadra riserve che gioca in CFA, promosso addirittura capitano dal tecnico Olivier Bijotat, sedotto dalla sua impressionante maturità; nel frattempo, nell'aprile 2010 firma il primo contratto da professionista, che il club ha proposto ad un ristrettissimo gruppo di ragazzi considerati particolarmente promettenti, tra i quali c'è anche Thorgan Hazard, il fratello di Eden: pochi mesi fa, prima di essere ceduto, Varane accetterà di prolungare l'accordo fino al 2015. Parallelamente inizia anche la sua storia con la nazionale francese, con due presenze con l'Under 18 di Mankowski in due amichevoli ravvicinate giocate entrambe contro la Danimarca, il 24 e il 26 agosto 2010, nella prima delle quali Raphaël si toglie anche la soddisfazione di andare a segno.

Gli U17 del Lens laureatisi vicecampioni nazionali, arrendendosi in
finale all'Olympique Marseille: si può facilmente riconoscere Varane,
il secondo in piedi da sinistra -foto rclens.fr

Il giovanissimo neo capitano delle riserve viene chiamato per la prima volta dal tecnico della prima squadra Jean-Guy Wallemme già il 16 ottobre 2010, in occasione di Lens-Rennes della nona giornata di Ligue 1; dovrà aspettare meno di un mese per fare il suo esordio ufficiale, che coincide con l'esordio da titolare: il 7 novembre al Felix Bollaert contro il Montpellier (2-0), squalificato l'algerino Yahia, inaspettatamente viene schierato dal primo minuto al centro della difesa in coppia con Chelle, sorprendendo ancora una volta tutti per la sicurezza mostrata; diventa così il più giovane giocatore ad aver vestito la maglia del Lens insieme a Maryan Wisniewski, ex nazionale francese e storico miglior marcatore del club, passato anche dalla Sampdoria nella stagione 1963-64.

Nella maggior parte dei casi, la data del debutto di un giovane nell'élite del calcio francese ha un semplice rilievo statistico, perché solitamente si è destinati a rientrare nei ranghi restando in paziente attesa della prossima opportunità: non sarà così per Varane, che da quel momento non scenderà mai più in campo nè con le riserve, nè con gli U19, ma solo con la prima squadra. Wallemme lo impiegherà in altre tre circostanze, l'ultima delle quali, Bordeaux-Lens 2-2 della diciannovesima giornata, sarà anche la sua ultima partita alla guida del Lens: proprio in quell'occasione, complici le assenze, avrà l'intuizione di schierarlo da centrocampista; ed anche allo Chaban-Delmas Varane si distinguerà per la naturalezza con cui interpreterà un ruolo che non aveva mai ricoperto, se non occasionalmente ai tempi dei Poussins, quando il suo allenatore Thierry Delvallet, constatando che in difesa si annoiava, lo spostava a volte più avanti con l'intento di farlo stare nel vivo nel gioco e di farlo così progredire sul piano tecnico.

Se Wallemme è dunque il tecnico che ha lanciato Varane, László Bölöni, che ne prende il posto in panchina dopo la sosta natalizia e che ricordiamo tra le altre cose per aver a sua volta lanciato Cristiano Ronaldo nello Sporting Lisbona, è invece quello con cui Raphaël s'impone come titolare fisso, giocando prevalentemente da centrocampista davanti alla difesa; il rumeno, che nelle prime tre partite della sua gestione l'aveva utilizzato nel ruolo naturale di difensore centrale, rimane come tutti folgorato dalla sua grande prestazione a centrocampo al Parc des Princes, quando in PSG-Lens (0-0) della ventitreesima giornata forma con Kovacevic un muro pressoché invalicabile a protezione della retroguardia, e da quel momento prende gusto a schierarlo in posizione più avanzata; una curiosità è che proprio contro il PSG Varane riceve il suo primo cartellino giallo da professionista: nelle successive quattordici partite che giocherà se ne vedrà sventolare davanti solo un altro, a testimonianza dello stile di gioco molto pulito che lo caratterizza.

Un'immagine emblematica di Caen-Lens: un contrasto tra Varane e M'Baye Niang,
due probabili protagonisti del calcio di domani ed i più giovani marcatori
della Ligue1 2010-2011, entrambi a segno proprio in quella circostanza -foto AFP

Nel 2011 e con Bölöni in panchina arriva per Varane anche la prima presenza in Coupe de France (8 gennaio), per la verità non molto fortunata con lo schiacciante 1-5 e l'eliminazione ai trentaduesimi ad opera del Paris Saint-Germain; la prima convocazione nelle Espoirs di Mombaerts (l'Under 21) a soli diciassette anni, che merita di essere sottolineata in modo particolare visto che in Francia è raro che si brucino le tappe nelle selezioni nazionali e tra i pochissimi che Mombaerts ha chiamato in anticipo rispetto ai tempi ci sono Sakho e M'Vila, oggi con Blanc; ed il relativo debutto a Châteauroux nell'amichevole contro la Slovacchia (8 febbraio), subentrando ad un quarto d'ora dalla fine, a cui seguono altre due presenze contro la Spagna (24 marzo) e contro la Repubblica Ceca (29 marzo), quest'ultima da titolare.

A ruota il primo gol da professionista (7 maggio), segnato girando in rete di testa un corner battuto da Akalé, in Caen-Lens (1-1) della trentaquattresima giornata, partita che verrà ricordata per essere stata allo stesso tempo teatro del primo gol da professionista di un altro campione di precocità come M'Baye Niang; una settimana dopo (15 maggio), trentaseiesima giornata, andrà nuovamente a segno con una dinamica pressoché identica in Monaco-Lens (1-1), ma si tratterà di una rete amarissima perché il suo pareggio al 94' non servirà al Lens, la cui retrocessione aritmetica sarà ufficializzata proprio quel giorno, e di fatto condannerà alla Ligue 2 anche il Monaco, che con due punti in più in classifica si sarebbe salvato; infine la prima fascia da capitano a diciotto anni, in Lens - Arles-Avignon (0-1) della trentasettesima giornata (21 maggio): al termine della stagione Varane conterà ventitré partite ufficiali disputate con il Lens di cui ventidue da titolare, ventiquattro in tutto se si considera anche la coppa, e due gol all'attivo.

La prima maglia di una selezione francese indossata da Varane, quella dell'Under 18 (agosto 2010 - Castelphoto)

Il 4 maggio si svolge la tradizionale cerimonia delle Gaillettes d'Or, nella quale vengono annualmente assegnati i riconoscimenti del centro di formazione del Lens, e per una volta non c'è nessuna suspence sul nome del giocatore che riceve il premio più ambito, il Trophée Éric Sikora di miglior speranza della Gaillette, vinto negli ultimi anni da Benoît Assou-Ekotto e Steven Joseph-Monrose tra gli altri: Varane sbaraglia la concorrenza e succede nell'albo d'oro all'interessante difensore di fascia Serge Aurier, entrato proprio in questi giorni nel mirino di parecchi club inglesi.

Il 27 giugno Raphaël atterra alle 14.50 all'aeroporto madrileno di Barajas, supera le visite mediche di rito alla clinica Sanitas-La Moraleja ed infine firma al Santiago Bernabeu il contratto che lo lega per sei anni al Real Madrid; passerà dai circa 12.000 euro mensili che guadagnava al Lens ad uno stipendio che si aggira intorno agli 1,8 milioni all'anno, peraltro uno dei più bassi nella rosa della prima squadra. Grazie ai dieci milioni di euro incassati dall'operazione, il Lens sarà in grado di coprire per due stagioni le spese di funzionamento del suo centro di formazione.

LE CARATTERISTICHE TECNICHE - Ad una struttura fisica di tutto rispetto (191 cm per 85 kg) che gli permette di farsi valere nei duelli e nel gioco aereo, nonché di rendersi pericoloso in fase offensiva sui calci piazzati come testimoniato dai due gol segnati in fotocopia, Varane associa anche delle qualità atletiche interessanti, con una buona resistenza ed una rapidità sorprendente per un giocatore della sua stazza. Difensore tecnico e molto elegante, possiede notevoli doti di anticipo, gran tempo di intervento, lettura delle situazioni ed intelligenza nel posizionamento, e ricorre al tackle il minimo indispensabile; inoltre, è dotato di un rilancio preciso e quindi è molto utile anche nel far ripartire l'azione, sebbene sotto questo punto di vista sia a volte ancora un po' ingenuo nelle scelte. Queste caratteristiche ne fanno anche un ottimo centrocampista difensivo, benché quella di centrale di difesa resti la posizione prediletta; da notare che da ragazzino ha ricoperto per un breve periodo il ruolo di esterno destro arretrato. Nel descrivere se stesso, Raphaël considera la tecnica specifica difensiva, il rilancio, la velocità ed il colpo di testa le sue doti migliori, mentre sostiene di voler migliorare nell'aggressività e nella concentrazione nel corso dell'intera gara; indica Blanc, Thuram e Rio Ferdinand come fonti d'ispirazione principali.

Un bellissimo anticipo in acrobazia di Varane proprio il giorno dell'esordio in Ligue 1 contro il Montpellier:


LA PERSONALITA' - La capacità di astrazione da ogni forma di pressione è la sua qualità mentale più importante, da cui derivano la sicurezza e la fiducia in sè mostrate sul campo. Inoltre, come sottolineato da qualunque allenatore che l'abbia avuto fin dai tempi dei pulcini, si tratta di un ragazzo esemplare, con la testa sulle spalle, rispettoso delle regole e dei compagni, molto disponibile all'ascolto, desideroso di imparare cose nuove e veloce nell'apprendimento; carattere discreto e posato, raramente si sente la sua voce nello spogliatoio ma in campo riesce ad imporsi senza gridare e ha saputo conquistarsi la considerazione di tutta la squadra. Fondamentale per il suo equilibrio l'ambiente familiare sano in cui è cresciuto, altro aspetto messo in evidenza dai suoi allenatori e dal direttore del centro di formazione del Lens George Tournay. "Per alcuni genitori la riuscita calcistica dei figli è tutto; per noi non è così", ha dichiarato recentemente la madre Annie, professoressa d' inglese: ed infatti, mentre la trattativa con il Real Madrid entrava nella sua fase più calda, Raphaël era impegnato sui libri per preparare l'esame del Baccalauréat, il titolo che si consegue alla fine del ciclo delle scuole superiori e che equivale alla maturità italiana; iscritto all'indirizzo economico e sociale, durante il campionato studiava dalle due alle quattro ore al giorno con l'aiuto di professori privati, che divideva con Thorgan Hazard. Nessun grillo per la testa, come lui stesso ammette l'unico vezzo che si concede è cambiare spesso acconciatura (nella foto sotto, le treccine che portava fino a qualche mese fa); per il resto, ama dedicare molto tempo alla famiglia, ascoltare musica rap, r&b e zouk e giocare a ping-pong con il migliore amico, che è rimasto Mathieu Duconseil, il portiere degli U19 del Lens. La descrizione migliore della sua personalità tuttavia la si ha semplicemente ascoltandolo parlare: "Non penso che le cose stiano andando troppo veloci, perché credo di essere riuscito a gestire bene l'aspetto psicologico del mondo del calcio professionistico; è vero, sono una persona posata: non so se è perché non mi rendo conto fino in fondo, ma prendo tutto quello che mi capita così come viene, relativizzo sempre quello che vivo. Quando tutto va bene siamo degli dei, quando va male non siamo più niente: è un po' troppo eccessivo ed è soprattutto in questo che bisogna saper relativizzare".

DICONO DI LUI - Impossibile trovare qualcuno che parli male di Raphaël Varane. Tutti lo adorano, a cominciare dagli impiegati del Lens: "Ci portano via un ragazzo stupendo, come giocatore e come persona", dice sconsolata la receptionist della Gaillette. Lusinghieri i giudizi dei compagni di squadra, tra cui particolarmente significativo quello dell'esperto difensore franco-maliano Éric Chelle, nel frattempo passato all'Istres, che alla festa delle Gaillettes d'Or (nella foto in basso, Varane mostra il premio Sikora) prende il mano il microfono per dichiarare che un giorno sarà fiero di raccontare ai nipotini di essere stato il primo ad aver giocato al fianco di Varane, aggiungendo a proposito della gara d'esordio che "si aveva la sensazione che giocasse in Ligue 1 da una vita"; oppure quello di Adil Hermach, secondo il quale "Raphael ha tutto, talento, condizione fisica e testa; non è mai nervoso ed è fatto apposta per giocare in una grande". Éric Assadourian, l'ex nazionale armeno, era il suo allenatore negli U19 Nazionali e nel marzo 2010, parlando dei più promettenti tra i suoi ragazzi, lo descriveva già allora come "il giocatore più regolare dall'inizio della stagione"; Wallemme mette in evidenza la sua rara combinazione di altezza, velocità e tecnica; Mombaerts, il selezionatore dell'Under 21, pone invece l'accento sulla sua intelligenza tattica e sulle sue qualità mentali: "Si è confrontato presto con la competizione e non ne è rimasto stressato oltre misura". Bölöni, in un'intervista a France Football, asserisce che per dieci milioni di euro Varane sia "regalato", e lo paragona a Desailly: "Riparliamone tra cinque anni e vedrete: abbiamo davanti una perla rara, un giocatore dalle doti fuori dal comune". Un altro paragone illustre viene da Zidane, a cui piuttosto Raphaël ricorda Blanc, "per tante cose, l'altezza, l'intelligenza, il lancio, la scarsa propensione a ricorrere al tackle...". L'ex campione del mondo 1998, oggi dirigente del club madrileno, ne parla a margine dell'inaugurazione del suo complesso sportivo Z5 ad Aix-en-Provence e conclude: "Lo seguo da parecchio tempo, ho visto partite, ho visto cassette...abbiamo voglia di attirare a Madrid futuri grandi giocatori e Varane lo è".

PERCHE' HA SCELTO MADRID - Il parere di Zidane ha una valenza particolare perché proprio lui ha avuto un ruolo chiave nell'operazione che ha portato Varane a Madrid; se infatti fino all'anno scorso non aveva voce in capitolo sulla campagna acquisti, che rientrava principalmente nell'area di competenza dell'ex direttore generale Valdano, l'allontanamento di quest'ultimo, notoriamente inviso a Mourinho, ed il conferimento di più ampi poteri all'allenatore secondo un modello che si avvicina maggiormente a quello del manager all'inglese, hanno fatto sì che il francese assumesse un ruolo dirigenziale più attivo, in linea con i desideri dell'uomo di Setúbal a cui è legato da reciproca stima. Oggi Zidane ha a Valdebebas un grande ufficio che dà sul campo di allenamento principale e passa molto tempo a studiare dvd, incaricato da Florentino Perez di fare attenzione a tutte le possibili buone occasioni sul mercato francese, dove l'immutato carisma che conserva un po' dappertutto nell'Esagono può aprire molte porte e facilitare gli affari. Zizou, che tempo fa aveva consigliato al presidente madridista anche Eden Hazard, ammette il suo ruolo nella trattativa "Diciamo che ho spinto perché si facesse; poi è chiaro che deve essere l'allenatore a dare l'ultima parola". La sua influenza non si è fatta sentire solo sull'orientamento della società, ma anche su quello del giocatore, che inizialmente appariva deciso a dare la sua preferenza ad una soluzione che gli permettesse di restare almeno un altro anno in Francia, come confermato da una dichiarazione rilasciata il 10 giugno: "Devo riflettere bene ed andare in una squadra che mi permetta di progredire: la Ligue 1 è la scelta che mi sembra più ragionevole, quello che m'interessa maggiormente in funzione del mio piano di carriera è il tempo di gioco". La mossa decisiva del Real Madrid, che da più di un mese lo chiamava al telefono ogni settimana, è quella di invitarlo a Valdebebas a visitare le strutture del club: il 14 giugno, a due giorni dall'inizio degli esami per il diploma, Varane fa così un blitz a Madrid e viene ricevuto direttamente da Mourinho e Zidane, che gli fanno da ciceroni e gli parlano delle prospettive che lo attendono: il ragazzo tornerà entusiasta dalla visita e in una settimana la sua decisione definitiva sarà presa.

Il nuovo Paris Saint-Germain in cerca di colpi ad effetto aveva offerto nove milioni di euro e nei giorni precedenti alla svolta era stato vicinissimo a Raphaël, che vedeva di buon occhio la soluzione sapendo che quasi certamente a Parigi avrebbe trovato più spazio che a Madrid; ma alla fine nella sua testa ha pesato l'incertezza che regna sullo staff dirigenziale e sullo staff tecnico parigino dopo il cambio di proprietà ed il timore che l'allenatore che lo voleva oggi non fosse poi lo stesso che avrebbe trovato in panchina domani. Dal canto suo il Manchester United, che sta operando sul mercato nell'ottica di un progressivo ringiovanimento della difesa come dimostrano gli acquisti di Chris Smalling prima e di Phil Jones poi, aveva messo sul piatto l'offerta migliore, spingendosi fino a dieci milioni e mezzo di euro, e un mese fa appariva in netto vantaggio sulle concorrenti: ma i dubbi di Varane, che s'interrogava inevitabilmente sulle scarse possibilità di riuscire a scalzare nell'immediato la coppia titolare Vidic-Ferdinand e sui precedenti poco rassicuranti dei connazionali Bellion e Obertan, avrebbero magari potuto essere fugati se qualcuno del club gli avesse parlato e gli avesse dato delle rassicurazioni; non essendoci stato alcun colloquio, anche quest'opzione ha finito per essere scartata. Il presidente del Lens Gervais Martel racconta difatti all'Equipe che se avesse voluto privilegiare l'aspetto economico avrebbe ceduto il suo gioiello in Inghilterra, da dove pare che nel frattempo anche l'Arsenal avesse tentato un rilancio dell'ultimo minuto; invece ha preferito andare incontro ai desideri del ragazzo, attratto dal progetto sportivo del Real Madrid.

Uno dei primi scatti madrileni di Varane: appena sbarcato all'aeroporto di Barajas, il giorno delle visite mediche e della firma del contratto (27 giugno, foto Alejandro Gonzales)

LE PROSPETTIVE - E' chiaro che a rischiare in prima persona con questo trasferimento non è solo il ragazzo ma anche lo stesso Zidane: si può dire che si tratti della sua prima vera operazione da dirigente del Real Madrid e nel caso in cui Varane dovesse fallire gli verrebbe certamente rinfacciata, in un contesto in cui peraltro non tutti i soci sono entusiasti della politica attuata nelle ultime stagioni dal club, che prova a contrastare lo strapotere tecnico del Barcellona contrapponendo alla cultura della Masia blaugrana la volontà di attirare i migliori giovani in circolazione in Europa e nel mondo; molti vorrebbero infatti una maggior valorizzazione della cantera blanca e non amano vedere i ragazzi cresciuti in casa costretti ad emigrare in club spagnoli di fascia medio-bassa per affermarsi. E' altrettanto chiaro che un ulteriore stagione in Ligue 1 avrebbe senz'altro consentito a Varane una crescita più tranquilla, considerando oltretutto il fatto che l'aver giocato in due ruoli differenti nello spazio di una ventina di partite da professionista probabilmente non ha agevolato la sua maturazione tecnico-tattica; e che a Madrid si troverà di fronte difficoltà oggettive non indifferenti, con una concorrenza interna agguerritissima, un campionato molto diverso da quello francese, meno fisico e meno tattico, un ambiente che non perdona nulla come quello madrileno, in cui tanti prima di lui si sono lasciati inghiottire e anche giocatori con un'esperienza molto maggiore della sua hanno fatto grossa fatica ad imporsi. Ma bisogna ugualmente tener presente il ruolo centrale dell'allenatore: se è vero che Mourinho a trattativa in corso ha fatto chiaramente intendere di essere contrario a lasciare Raphaël in prestito per un anno in Francia -soluzione caldeggiata dall'entourage del giocatore- e di volerlo fin da subito ai propri ordini, potrebbe trattarsi di un segnale da non sottovalutare; tanto per fare un esempio, non dimentichiamo che ai tempi dell'Inter non esitò a lanciare da titolare un diciottenne Santon, salvo poi mandarlo ai margini della squadra quando non fu più soddisfatto dei suoi comportamenti. E' probabile che il tecnico portoghese ne apprezzi tra le altre cose la versatilità e che intraveda la possibilità di impiegarlo all'occorrenza anche a protezione della difesa, nel ruolo in cui abbiamo visto più volte Pepe nella sfida infinita della scorsa stagione contro il Barcellona, perdendo qualcosa in aggressività ma guadagnando in fase di costruzione della manovra. Se dunque il ragazzo saprà dargli le risposte giuste, alla luce del considerevole numero di partite che il Madrid dovrà disputare, non è affatto escluso che finisca per giocare più di quanto non si possa pensare adesso e che nel frattempo l'opportunità di allenarsi quotidianamente con lo staff di Mourinho e con compagni di un certo livello possa farlo crescere e progredire più velocemente di quanto non avrebbe fatto restando in Francia, preparandosi a un futuro prossimo da titolare.

Varane firma il contratto con il Real Madrid con la stilografica appena ricevuta in regalo da Florentino Perez
-da realmadrid.com

Evidentemente al futuro di Varane nel Real Madrid è strettamente legato quello con la maglia dei Bleus; già alla vigilia del trittico di partite che la nazionale maggiore ha giocato a giugno nell'Est, l'incontro di qualificazione ai prossimi Europei contro la Bielorussia e la doppia amichevole contro Ucraina e Polonia, nell'ambiente erano iniziate a circolare voci incontrollate di un possibile inserimento di Varane nel gruppo di Blanc: che fosse vero o no, è stata chiara a tutti fin dall'inizio la scelta del selezionatore di puntare su un duo difensivo sul modello stopper-libero, con un giocatore più adatto ai contrasti associato ad un altro che ricordi per caratteristiche lo stesso Blanc, e se per il momento è stato saggiamente deciso di stabilizzare la retroguardia intorno a Rami e Mexès, senza esperimenti che possano alterare i buoni equilibri raggiunti -ad eccezione di quelli obbligati, in seguito all'infortunio del milanista- la coppia perfetta in prospettiva sembra essere quella composta da Sakho e Varane, probabilmente i due giovani difensori più talentuosi del panorama francese attuale: sulla carta parrebbero infatti fatti apposta per giocare insieme, il primo, già entrato stabilmente nel gruppo, un mancino che eccelle nei duelli, il secondo un destro che eccelle nel rilancio; ma va da sè che perché ciò avvenga è necessario che Varane giochi con continuità nel suo club. Difficile prevedere cosa succederà: si sa che nel calcio, come d'altronde in ogni altro ambito della vita, non è affatto scontato che potenzialità e relative aspettative si traducano in una carriera di successo, ma se c'è qualcuno che ha tutte le carte in regola per provare a trasformare l'ideale in reale quello è Raphaël Varane, con la sua insolita combinazione di talento naturale ed attitudine zen; e ad ogni modo, citando lo stesso Varane e l'importanza di saper relativizzare, per un ragazzo di diciotto anni che nel luglio 2010 giocava con le riserve nel Lens nello Championnat Amateur e sognava di allenarsi ogni tanto con la prima squadra, presentarsi l'11 luglio 2011, sei giorni dopo l'uscita dei risultati degli esami, alla ripresa della preparazione del Real Madrid significa già vivere una splendida avventura.

Varane in azione nel giorno dell'esordio con le Espoirs.



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